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La reliquia del sangue di San Francesco

Si trova a Castelvecchio Subequo

Arte e fede, devozione popolare e preghiera: tutto si fonde nella chiesa di San Francesco e nel l’annesso convento di Castelvecchio Subequo, in Abruzzo. Luogo poco conosciuto, eppure molto importante per la storia del santo di Assisi.  Preziose testimonianze artistiche legate al Poverello, sono presenti in questo luogo così denso di storia e di fede. Ma vi è anche una importante reliquia che pochi conoscono. In questo sacro luogo, infatti, è custodita un’ampolla contenente il sangue delle stimmate di San Francesco. La storia della chiesa e del convento è alquanto affascinante quanto quella legata alla preziosa reliquia. 

La costruzione del convento è legata alla presenza di Francesco d'Assisi nell'area tra il 1216 e il 1222 grazie all'ospitalità offerta dai conti di Celano nel castello di Gagliano Aterno. La costruzione del convento avverrà successivamente - sempre nei pressi della chiesa - tra il 1221 e il 1261. Tra il 1215 e il 1216 San Francesco fu accolto nella casa dei Conti di Celano che in quel periodo vivevano nel Castello di Gagliano e che gli fecero dono di una piccola chiesa dedicata a Santa Maria, un luogo adatto per il raccoglimento per sé e per i suoi frati.  Col passare degli anni i frati vollero ingrandire il piccolo tempio, costruendo una chiesa più ampia, dedicata al Santo fondatore. Secondo un’antica tradizione il luogo della primitiva chiesetta sarebbe l’attuale cappella di San Francesco. Terminati i lavori, la chiesa fu consacrata il 29 agosto 1288. La primitiva costruzione conventuale doveva essere di piccole dimensioni. Nel XIV secolo, aumentarono i frati e così all'originaria costruzione furono aggiunti due bracci. Questi, crearono un chiostro al centro del quale vi era una cisterna. Il chiostro a doppio loggiato era in stile gotico e venne affrescato con scene di vita di San Francesco. Sembra di essere di fronte agli affreschi giotteschi della basilica assisana. La scuola pittorica di tale scene, infatti, ricorda quella giottesca. 

Ma addentriamoci, ora, alla storia della reliquia. Alla famiglia dei Conti di Celano fu donata una fialetta di sangue uscito dalle piaghe delle sacre stimmate del Santo di Assisi. Nel secolo XIV i Conti di Celano ne fecero dono al Convento di Castelvecchio. L’ampolla è attualmente conservata in un reliquiario del trecento, formato da un tubo ottagonale di cristallo di rocca. Nel 1591, Federico Cesi, duca di Acquasparta, chiese al Padre Francesco Bonfigli, Ministro dei Frati Minori Conventuali, parte della reliquia del Sangue di S. Francesco. La porzione di reliquia donata al duca Federico Cesi, fu sistemata in un’ampolla di cristallo e racchiusa in un vasetto d’argento. Nel 1624, in occasione del quarto centenario delle stimmate di San Francesco, il duca decise di affidare questa porzione preziosa all’“Arciconfraternita e Chiesa delle Stimmate” di Roma. Ma c’è anche un evento prodigioso legato alla reliquia. Infatti, il 1 Ottobre 2013, nella Chiesa di San Francesco  - alla presenza di diversi testimoni tra cui tre frati francescani - il sangue della reliquia conservata a Castelvecchio Subequo si è liquefatto. Altro simile avvenimento straordinario avvenne precedentemente, nel 1860. Questa storia, tra l’altro, è stata attestata da diversi storici antichi e moderni.  San Francesco vive sempre. Nei luoghi più sconosciuti. E in mille e mille storie che arrivano fino ai giorni d’oggi. 

 

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