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La santa francescana che pativa le stigmate durante la Quaresima

La terziaria francescana napoletana Santa Maria Francesca delle cinque piaghe aveva patimenti molto violenti. Che si protraevano fino a Pasqua

Durante la Quaresima diventavano ferite infuocate, che le procuravano dolori e tormenti indicibili, più che in altri momenti. Fino a Pasqua Santa Maria Francesca delle cinque piaghe (nome associato alle ferite sanguinanti sul suo corpo) pativa le stigmate passivamente. Contro i segni della Passione di Cristo non poteva fare null’altro che accoglierli.

La terziaria francescana è uno dei santi/beati francescani stigmatizzati. Come lei ci sono San Pio da Pietrelcina, San Carlo da Sezze, il beato San Ranieri da Sansepolcro e altre figure meno conosciuto dell’universo francescano. Tutti loro hanno avuto lo stesso “privilegio”, ricevuto da Francesco a La Verna.

LA DIFFICILE VITA DI SANTA MARIA FRANCESCA
Anna Maria Gallo (1715-1791 nacque a Napoli nel rione dei Quartieri spagnoli il 25 marzo 1715 e morì nella città partenopea il 6 ottobre 1791. Fin da bambina sperimentò la dura legge del lavoro manuale faticando duramente nella sua famiglia di piccoli artigiani che lavoravano merletti e frange di filo d’oro e di seta.

IL PADRE VIOLENTO
A sedici anni vincendo le resistenze del violento padre, che la voleva per forza sposa di un giovane benestante, si consacrò al Signore come monaca di casa o “bizzoca”, come si diceva allora, vestendo l’abito del terz’ordine francescano secondo l’austera spiritualità di San Pietro d’Alcantara.

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SOFFERENZE FISICHE E MORALI
La vita di Maria Francesca delle Cinque Piaghe, questo il nome che assunse in religione, fu tutto un susseguirsi di sofferenze fisiche e morali, che in continuità si accanirono contro di lei, donate a Cristo come pegno per i peccatori ed in suffragio delle anime del Purgatorio. La sua casa divenne meta continua di persone di ogni ceto sociale, anche sacerdoti,religiosi e vescovi, che vi si recavano per chiedere consiglio e guida spirituale.



CINQUE GIORNI DI COLICHE
Ebbe il dono della profezia e ancora vivente si verificarono eventi prodigiosi che la gente considerò veri e propri miracoli. Quando suo padre Francesco Gallo morì, la santa soffrì a suffragio dell’anima sua per cinque giorni spaventose coliche. Chiamava i patimenti che elle chiedeva e che offriva a Dio per le anime dei trapassati il suo purgatorio.

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