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La Via Crucis Francescana: Quinta Stazione, Gesù risorto a cena con i discepoli

La Via Crucis Francescana con Fra Simone: Quinta Stazione, Gesù risorto a cena con i discepoli di Emmaus

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo!
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Luca (24,30-32)
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

Breve riflessione
L’episodio dei discepoli di Emmaus ci parla di due discepoli che delusi stanno scappando da Gerusalemme e che Gesù in persona, risorto si avvicina, cammina con loro e pian piano dona dei criteri per rileggere quanto è successo a partire dalle Scritture. Ma i discepoli hanno gli occhi impediti e non lo riconoscono… i loro occhi si aprono e lo riconoscono solo nel momento in cui Gesù si ferma con loro e spezza il pane, gesto che richiama direttamente all’eucaristia. Come riscoprire questo gesto ora che non è possibile celebrare i sacramenti come comunità cristiana?

Scrive una giovane a tal proposito:
In questo periodo siamo tutti un po’ “ciechi”, chi per egoismo, chi per orgoglio, chi per rabbia e chi per disperazione, proprio come i due discepoli di Emmaus che sono “accecati” dall’aver perso ogni speranza.

Noi umani, soprattutto noi giovani, immersi nell’ordinaria quotidianità, non vediamo le meraviglie dell’amore di Dio che ci circondano, non sappiamo leggere il Suo disegno nella maniera giusta, temiamo che Dio ci impedisca di essere felici e di vivere come intendiamo vivere. Abbiamo sempre bisogno di significati, ma non ci fermiamo mai a riflettere. Questa Quaresima in modo particolare ce lo sta chiedendo, quasi imponendo. Ci siamo fermati tutti, stiamo vivendo un transito, un cammino che, dalla morte, ci condurrà alla resurrezione. A riconoscere Gesù Cristo come nostro Salvatore.

Percorrere il cammino della via Crucis, il cammino della Basilica Inferiore, il cammino della vita… significa riconoscere che la morte non ha l’ultima parola, non ha potere sull’uomo perché se attaccati a Cristo Risorto possiamo affrontare tutto, anche sorella morte corporale, come ha avuto l’ardire di dire e fare san Francesco anche nel suo transito (affresco di fronte). Possiamo affrontare tutto, anche fratello lupo… e avremo non solo l’ardire di definire il Covid19 fratello coronavirus, ma anche di affrontare questa situazione con la forza che viene solo da Cristo Risorto, e questa forza ci viene donata attraverso la celebrazione dell’eucaristia e dei sacramenti; che dopo questi gironi celebreremo sicuramente in maniera diversa.

Dall’Ufficio della passione di san Francesco (FF 292)
Cantate al Signore un cantico non prima udito, perché ha fatto cose meravigliose ( Sal 97, 1 ).
La sua destra ha immolato il suo Figlio diletto, l’ha immolato il suo braccio santo (cfr. Gv. 10, 36, Sal 97, 1).
Il Signore ha fatto conoscere la salvezza che viene da Lui: ha rivelato la sua giustizia al cospetto di tutte le genti (Sal 97, 2).
In quel giorno ha fatto scendere la sua misericordia: durante la notte si è udito il suo cantico (Sal 41,9).
Questo è un giorno che ha fatto il Signore: esultiamo e rallegriamoci in esso (Sal 117, 24).
Benedetto colui che viene nel nome del Signore: Signore Iddio, nostra luce (Sal 117, 26-27).

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