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Le "Donne di San Francesco"



Quelle che predilesse

Santa Chiara
“Quando Francesco era ad Assisi si recava spesso a trovare Chiara dandole dei santi insegnamenti. Questa aveva un grande desiderio di mangiare un giorno insieme al Santo, ma anche pregandolo molte volte Francesco non la volle mai accontentare.
I compagni di Francesco sapendo il desiderio di Santa Chiara gli dissero: «Padre, a noi non sembra che questa rigidità sia secondo la carità divina, infondo si tratta di esaudire un piccolo desiderio, quello di mangiare insieme, considerando che Chiara si è privata di tutta la ricchezza del mondo per seguirti». [...] Disse allora San Francesco: «Quello che è sembrato a voi sembra anche a me. Per farle cosa ancora più gradita mangeremo insieme a Santa Maria degli Angeli, visto che essa è stata per lungo tempo rinchiusa in San Damiano e le farà piacere vedere il luogo di Santa Maria dove Chiara è stata rasata prima di esser fatta sposa di Gesù Cristo»”.
(I Fioretti)

Sant'Agnese
“Mentre quelli si allontanavano con amarezza per l'insuccesso dell'impresa, Agnese si rialzò lieta e godendo ormai della croce di Cristo, per il quale aveva combattuto in questa prima battaglia, si consegnò per sempre al servizio divino.
Allora il beato Francesco di sua mano le tagliò i capelli e, insieme con la sorella, l'ammaestrò nella via del Signore”. (FF. 3206)

Donna Prassede Romana
“Prassede era quanto mai famosa fra le religiose del territorio romano. Fin dalla sua tenera infanzia, per amore dell'Eterno Sposo, si era rinchiusa in un'angusta cella e vi rimaneva già ormai da quarant'anni; [...].
Salita un giorno per le sue faccende nel solaio della sua celletta cadde sfortunatamente a terra. [...] «O mio santissimo Padre, che ovunque soccorri benigno alle necessità di tanti, che neppure conoscevi da vivo, perchè non vieni in aiuto a me così infelice, a me che ho meritato sia pure indegnamente, quando eri in vita, la tua dolcissima amicizia? Infatti è necessario, come puoi ben vedere, o Padre, o mutare il voto, o subire la morte!». [...] «Alzati - disse -, o figlia benedetta, alzati, non temere!». «Ricevi il dono della completa guarigione e mantieni la tua promessa inviolata!».
La prese per mano, l'alzò e disparve”. (FF. 1002)

Donna Jacopa
“Un giorno Francesco fece chiamare i suoi compagni e disse: «Voi sapete come Donna Jacopa de Settesogli fu ed è molto fedele e affezionata a me e alla nostra fraternità.
Io credo che, se la informerete del mio stato di salute, riterrà ciò come una grazia grande e consolazione. Fatele sapere in particolare che vi mandi, per confezionare una tonaca, del panno grezzo color cenere [...].
E insieme invii un po' di quel dolce che era solita prepararmi quando soggiornavo a Roma». Si tratta del dolce che i romani chiamano mostaccioli, ed è fatto con mandorle, zucchero o miele e altri ingredienti”. (FF. 1657)

Quelle che incontrò

Una moglie
“Mentre il servo di Dio si recava alle Celle di Cortona, una nobildonna di Volusiano gli andò incontro in tutta fretta. [...] «Cosa desideri, donna?». «Padre, che tu mi benedica».
E il Santo: «Sei sposata o no?». «Padre, - rispose - ho un marito molto crudele, che mi è di ostacolo nel servire Gesù Cristo [...]. Perciò ti chiedo, o Santo di pregare per lui, affinchè Dio nella sua misericordia gli muti il cuore». [...] «Va, figlia benedetta, e sappi che tuo marito in futuro ti sarà di consolazione».
E aggiunse: «Gli dirai da parte di Dio e mia, che ora è tempo di salvezza, ma più tardi di giustizia». E la benedisse. La donna se ne tornò a casa ed incontrato il marito riferì quanto le era stato ordinato. Lo Spirito Santo scese improvvisamente su di lui, e [...] lo indusse a rispondere con tutta dolcezza: «Donna, serviamo il Signore e salviamo le nostre anime qui nella nostra casa»”. (FF. 623)

Donna di Machilone
“Mentre San Francesco si trovava nel vescovado di Rieti per curarsi gli occhi, una povera donna di Machilone venne dal medico, perchè anche lei aveva una malattia simile a quella del Santo.
Questi, parlando familiarmente al suo guardiano, cominciò a poco a poco a persuaderlo all'incirca così: «Frate guardiano, dobbiamo restituire ciò che è di altri». [...] «Restituiamo questo mantello, che abbiamo ricevuto in prestito da quella poveretta, perchè non ha nulla in borsa per le sue spese».
«Ma - obbiettò il guardiano - questo mantello è mio e non lo ho avuto in prestito da nessuno. [...] Francesco chiamò allora un secolare molto affezionato e gli disse: «Prendi questo mantello e dodici pani, va' da quella donna poverella e dille così: Il povero, al quale hai imprestato il mantello, ti ringrazia, ma ora riprendi ciò che è tuo». [...] E la donna convinta che non c'era inganno, per timore che le venisse tolta una fortuna così impensata, si alzò nottetempo e, senza pensare alla cura degli occhi, se ne ritornò a casa col mantello”. (FF. 679)

Una madre
“Una donna anziana e poverella che aveva due figli nell'Ordine, venne a quel luogo a chiedere l'elemosina a Francesco: la poveretta in quell'anno non aveva di che vivere.
Il Santo si rivolse a Pietro di Cattanio [...]. «Possiamo avere qualcosa da dare alla nostra madre?». Francesco affermava che la madre di un frate era madre sua e di tutti gli altri frati. Gli rispose Pietro:« [...] In chiesa abbiamo soltanto un Nuovo Testamento [...]».
Di fatto, a quel tempo i frati non avevano breviari, e neppure molti salteri. Francesco riprese: «Da' a nostra madre il Nuovo Testamento, che lo venda per far fronte alle sue necessità. Credo fermamente che piacerà più al Signore e alla beata Vergine Madre sua se doniamo questo libro, anzichè farci delle letture»”. (FF. 1606)

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