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Lo sguardo di San Francesco

Continua il viaggio alla scoperta del corpo di San Francesco

A volte basta un solo sguardo per capire quello che nascondono gli occhi. “Gli occhi sono lo specchio dell’anima”, “gli occhi non mentono mai” possiamo andare avanti ad libitum sulle frasi d’effetto (definiamole pure così) che chiariscono come gli occhi siano una delle parti più importanti del nostro essere. Un fatto è certo: gli uomini sono esseri orientati visivamente e molto spesso si fidano più della vista che di altri sensi. Non è un caso, allora, che per interpretare il comportamento degli altri, ci si trovi volentieri a fissare con lo sguardo i movimenti, i gesti, le espressioni. E’ uno studio sulla persona che avviene tramite lo sguardo. E, sempre gli occhi, sono la parte più espressiva del viso e la più direttamente collegata alla psiche, sia per la loro vicinanza fisica al cervello, sia per la loro trasparenza, sia perché incaricati di portare la maggior parte d'informazioni al cervello. E tutto ciò ci conferma che l'osservazione del corpo è basilare per capire una persona. A livello anatomico l'occhio o bulbo oculare è l'organo di senso esterno dell'apparato visivo: ha il compito di ricavare informazioni sull'ambiente circostante attraverso la luce. E, attraverso la luce, le immagini si decodificano in una certa misura nel nostro organo visivo. Quando si pensa agli occhi il pensiero dunque vola subito alla luce, a quella forma di energia radiante che permette la visione degli oggetti che ci circondano.  

E se parliamo di luce, non possiamo non pensare a Francesco e alla sua luce, irradiazione della Luce di Cristo. Quello di cui siamo sicuri è che nei suoi occhi era riflessa la luce del Signore che illuminava non solo il suo sguardo, ma il suo pensiero, il suo intero essere.  Secondo le fonti francescane non si sapeva quale fosse il colore degli occhi di Francesco.  Molto sappiamo invece delle malattie che li affliggevano, specie dopo la visita in Egitto durante la quale forse contrasse qualche infezione: occhi deboli, arrossati, lacrimanti, che egli usava detergere con un panno  morbido e immacolato. Sappiamo anche delle cure alle quali fu sottoposto: l’oculistica, tanto quella antica quanto quella araba che il medioevo occidentale aveva ereditato, erano entrambe abbastanza raffinate, specie in materia di quelli che oggi chiamiamo colliri. 

Ma com’ era il mondo visto attraverso gli occhi di Francesco? La realtà attorno al frate di Assisi, come come era vista da lui stesso? Sicuramente un mondo visto attraverso gli occhi di un Dio fatto uomo. La sua esperienza personale di Dio  cambiò la comprensione che Francesco aveva del mondo. Il costato trafitto di Gesù sulla Croce divenne per lui la porta per entrare in una relazione nuova col mondo. I suoi occhiali dai quali intravedere il Cristo sofferente  negli ammalati, nei derelitti, in chi faceva parte dell’ultima e dimenticata popolazione di bisognosi. Francesco, con il suo sguardo penetrante, vedeva Gesù crocifisso al centro di tutta la creazione, inclusa la famiglia umana. Un povero non era più semplicemente una persona umana bisognosa, ma un vero e proprio sacramento della presenza di Cristo: “Rivolgiamo lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto”, così scriverà. Francesco era sopraffatto al pensiero della generosità di Dio che aveva dato agli uomini la dignità di essere fratelli e sorelle di Cristo e figli adottivi di Dio. Per questo esortava i suoi frati a non disprezzare mai alcuna persona.  

Ogni frate, se vuole essere autentico, deve coltivare un “totale impegno alla fratellanza umana, in Cristo”. Questo fu il nuovo e rivoluzionario valore del messaggio evangelico di Francesco: fratellanza. Una nuova visione che ancora perdura nel nostro oggi, grazie ai milioni di frati che in giro per il mondo portano nello sguardo quello che aveva visto San Francesco.    (Rivista San Francesco - clicca qui per scoprire come abbonarti)

 

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