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L’ “oggi” di San Francesco

Intervista a padre Raffaele Di Muro

Siamo a pochi giorni dalla festa di San Francesco d’Assisi: c’è fermento e preghiera in Assisi e nel cuore di tutti i fedeli del santo sparsi nel mondo. Da quel 1223 che segna con la Regola bollata l’inizio “ufficiale” del cammino francescano, sono trascorsi 800 anni: si sono alternate nella storia dell’uminità svariate vicende e tanti volti di donne e uomini si sono affacciati tra le onde del vasto oceano dell’umanità. La Storia percorre sentieri, la società cambia. Ma, in questo continuo mutamento, rimane saldo ai principi e alle idee di San Francesco, il carisma francescano che ancora parla al mondo contemporaneo con la stessa forza e creatività di ieri. Ma cosa vuol dire essere francescano oggi? Cosa vuol dire vivere il carisma di San Francesco d’Assisi alle soglie del 2024? Perché il santo d’Assisi rimane un punto fermo della Crisitianità, della Chiesa? E perché riesce a parlare ancora con grande forza a credenti e no? E’ a tali domande che questa indagine vuole rispondere. E’ un cammino che vedrà impegnati tre diverse voci, corrispondenti a tre diverse “ramificazioni” della grande Famiglia francescana: voci-testimonianze dell’ordine dei Frati conventuali, dei Frati Cappuccini e dei Frati Minori. Sono delle pillole, piccole puntate che presentiamo ai nostri lettori nell’attesa della grande festa per il nostro San Francesco, patrono d’Italia.

Cominciamo allora questo viaggio assieme a Fra Raffaele Di Muro, preside della Facoltà Teologica San Bonaventura-Seraphicum di Roma e Direttore della Cattedra Kolbiana presso la stessa facoltà pontificia.

Cosa vuol dire essere francescano oggi?
Incarnare nella propria espoerienza spirituale quei valori che Francesco ci insegna. Una vita di preghira intensa, totalizzante. Seguire quel suo dialogo con Dio, quel conversare con il Signore con semplicità, in maniera diretta. E poi, essere sobri in un’epoca di materialismo. Essere persone di fraternità e di letizia. Essere francescani oggi vuol dire riportare nella propria esperienza quei valori che non muiono e non moriranno mai visto la loro attualità sempre presente nel mondo.

Cosa vuol dire vivere il carisma di San Francesco d’Assisi alle soglie del 2024?
Vuol dire fare lo sforzo di attualizzare il suo messaggio, la sua testimonianza: bisogna sforzarsi affiché possano sempre essere vivi i suoi valori, perle preziose, che San Francesco ci ha donato. Le due domande sono molto collegate: se per la prima risposta la parola chiave è “incarnare” quei valori, nella seconda possiamo dire che la parola chiave è “attualizzarli” nel contesto della società in cui stiamo vivendo oggi. E per fare questo c’è bisogno di uno sforzo - anche creativo se vogliamo, come dice Papa Francesco - per renderli sempre più attuali. Perché il santo d’Assisi rimane un punto fermo della Crisitianità, della Chiesa? Francesco rimane davvero un punto fermo perché ciò che ha vissuto e ha insegnato sfida il passare dei secoli. E’ quel suo vivere secondo il Vangelo che fa sì che il suo messaggio rimaga immortale. Non è possibile che si cancelli perché è impossibile cancellare il Vangelo, ovviamente. Il Vangelo è la vita del cristiano. E San Francesco percorre l’esistenza del Vangelo, “sine glossa”, come il Padre Serafico sottolinea. E quel “Sine glossa” fa sì che il suo messaggio rimanga sempre attuale, ancora oggi validissimo e apprezzatissimo da tutti.

Perché San Francesco riesce a parlare ancora con grande forza a credenti e non credenti?
Francesco parla con semplicità, immediatezza. Usa parole semplici, compie gesti sempli che possono essere interpretati da ciascuno: dalla persona colta alla persona meno colta, dai bambini e dalle persone più grandi, a ogni latitudine del mondo. Si lascia ascoltare per la semplicità e tutti sono in grado di capirlo, comprenderlo. E’ questo il “segreto” della sua comunicazione universale!

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