Nel luogo dell’apparizione di Gesù, musulmani a messa dai frati di Terra Santa
Piccoli 'miracoli' ad Emmaus, frutto di un dialogo ecumenico che avvicina le due fedi
Piccoli miracoli che seguono la Risurrezione di Cristo. I francescani della Custodia di Terra Santa vanno ad Emmaus, nel luogo dove è apparso Gesù Cristo ai discepoli Simeone e Cleofa. E qui celebrano una santa messa alla quale partecipano in grande armonia decine di musulmani.
IL “SANTUARIO DELLA MANIFESTAZIONE”
Il valore simbolico di questo incontro tra religioni diverse, è ancora più forte perchè si è consumato nel luogo dove i discepoli riconobbero il maestro, dopo che Gesù ebbe spezzato il pane con loro.
In Terra Santa questo episodio biblico si celebra il lunedì dell’Angelo dai francescani ad Emmaus Al Qubeibeh, dove si trova il Santuario della Manifestazione di Gesù, il luogo che ricorda l’incontro di Gesù con i due discepoli.
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VILLAGGIO DEL TEMPO DI GESU’
«Siamo venuti qui a Emmaus, che è una delle possibili identificazioni del luogo narrato da San Luca al capitolo 24 - ha spiegato Frate Francesco Patton, Custode di Terra Santa - Emmaus Qubeibeh dista 11 km da Gerusalemme e quando i nostri archeologi dello Studium Biblicum Franciscanum furono confinati qui come prigionieri, durante la Seconda Guerra Mondiale, hanno compiuto degli scavi e le rovine che hanno trovato hanno portato alla luce un villaggio del tempo di Gesù».
E’ in questo santuario, riporta il Christian Media Center della Custodia di Terra Santa, che Frate Patton ha presieduto la celebrazione alla quale hanno partecipato molti francescani, religiosi e i pochi cristiani locali di Emmaus Al Qubeibeh, la cui popolazione è in maggioranza musulmana.
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“DOVE SI VIVE”
Evidenzia Frate Arturo Vasaturo, Amministratore del Santuario di Emmaus: «Il nostro rapporto con i musulmani è stato sempre tranquillo perché noi frati siamo venuti per servire».
La comunità musulmana che vive qui, prosegue Frate Vasaturo, «è molto legata al convento perché nel concetto del convento c’è il termine “der”. “Der” è “dove si vive”, quindi la gente locale vede di buon occhio chi si consacra al Signore e tutti i nostri dipendenti sono abitanti del posto. In tutti questi 100 anni ha lavorato qui sempre gente del posto, per cui il nostro rapporto con loro è sempre stato buono».
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