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PAPA BERGOGLIO E LA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI NATA SULL'ESEMPIO DI FRANCESCO D'ASSISI

I poveri serviti da 40 diaconi della diocesi di Roma e da circa 150 volontari provenienti dalle parrocchie di altre diocesi.Papa Francesco nel messaggio: 'Facciamo nostro l’esempio di san Francesco, testimone della genuina povertà'.

"Quando il beato Francesco s’incontrò con un cavaliere nobile, ma ridotto in miseria e mal vestito; Francesco preso da pietosa compassione della di lui povertà, subito spogliatosi delle proprie vesti lo rivestì". Questo episodio, riportato in diverse versioni sia nella Legenda Maior sia nelle Fonti Francescane, è stato reso “immortale” da Giotto, che lo ha scelto come soggetto di uno dei suoi splendidi affreschi realizzati per la Basilica Superiore di Assisi.

Tra gli innumerevoli “titoli” assegnati a San Francesco, uno dei più conosciuti è quello di “Poverello di Assisi”. San Francesco da ricco quale era ha scelto di vivere in povertà, ha inserito principi di povertà nella Regola dell’Ordine Francescano, ha speso la sua vita cercando di addolcire la vita delle persone povere.

Jorge Mario Bergoglio è dal 13 Marzo 2013 il 266° Papa della Chiesa Cattolica. Come è noto, nessuno dei suoi predecessori aveva scelto di prendere il nome di Francesco. Lo stesso Papa Argentino ha spiegato, in un incontro con i giornalisti avvenuto nell’Aula Paolo VI, le ragioni della scelta del suo nome pontificale:

“Nell'elezione, io avevo accanto a me l'arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il clero, il cardinale Cláudio Hummes. Quando la cosa diveniva un po' pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l'applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: -Non dimenticarti dei poveri!- E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d'Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l'uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d'Assisi. È per me l'uomo della povertà, l'uomo della pace, l'uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l'uomo che ci dà questo spirito di pace, l'uomo povero... Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!”

E’ proprio il Papa che ha preso il nome (e non solo…. si pensi solo alla scelta di vivere a Santa Marta, o alla richiesta fatta all’ottico di cambiare le lenti ma non la montatura, solo per fare dei piccoli ma significativi esempi) del Santo dei Poveri, ad aver istituito la Prima Giornata Mondiale dei Poveri.

La giornata, nata sulla scia spirituale del Giubileo della Misericordia, è stata ufficialmente istituita attraverso un Messaggio del Santo Padre inviato il giorno 13 Giugno 2017 (Festa di Sant’Antonio da Padova, data tutt’altro che casuale). Leggiamone alcuni passaggi:

“Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità» (1 Gv 3,18). Queste parole dell’apostolo Giovanni esprimono un imperativo da cui nessun cristiano può prescindere … L’amore non ammette alibi: chi intende amare come Gesù ha amato, deve fare proprio il suo esempio; soprattutto quando si è chiamati ad amare i poveri …” Continua poi il messaggio … “Tra tutti spicca l’esempio di Francesco d’Assisi, che è stato seguito da numerosi altri uomini e donne santi nel corso dei secoli. Egli non si accontentò di abbracciare e dare l’elemosina ai lebbrosi, ma decise di andare a Gubbio per stare insieme con loro. Lui stesso vide in questo incontro la svolta della sua conversione: «Quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da loro, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di animo e di corpo» (Test 1-3: FF 110). Questa testimonianza manifesta la forza trasformatrice della carità e lo stile di vita dei cristiani”

Il Santo Padre però ci ha abituato a parole cariche di concretezza evangelica. La lettera scende nei dettagli “pratici”. “Desidero che le comunità cristiane, nella settimana precedente la Giornata Mondiale dei Poveri, che quest’anno sarà il 19 novembre, XXXIII domenica del Tempo Ordinario, si impegnino a creare tanti momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto. Potranno poi invitare i poveri e i volontari a partecipare insieme all’Eucaristia di questa domenica, in modo tale che risulti ancora più autentica la celebrazione della Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, la domenica successiva. ….In questa domenica, se nel nostro quartiere vivono dei poveri che cercano protezione e aiuto, avviciniamoci a loro: sarà un momento propizio per incontrare il Dio che cerchiamo. Secondo l’insegnamento delle Scritture (cfr Gen 18,3-5; Eb 13,2), accogliamoli come ospiti privilegiati alla nostra mensa; potranno essere dei maestri che ci aiutano a vivere la fede in maniera più coerente. Con la loro fiducia e disponibilità ad accettare aiuto, ci mostrano in modo sobrio, e spesso gioioso, quanto sia decisivo vivere dell’essenziale e abbandonarci alla provvidenza del Padre.”

Ogni Diocesi è quindi invitata ad organizzare un evento (un pranzo, una celebrazione, una raccolta alimentare) a favore delle persone più bisognose. Ovviamente, la “Diocesi del Papa” non poteva non rispondere all’invito del Santo Padre. Il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, organizzatore dell’evento, in un comunicato rilanciato dalla Radio Vaticana riferisce che domenica 4.000 tra bisognosi, persone meno abbienti e poveri accompagnati dal personale delle associazioni di volontariato provenienti non solo da Roma e dal Lazio, ma anche da diverse diocesi del mondo raggiungeranno la Basilica di San Pietro per partecipare alle Messa celebrata da Bergoglio alle 10.

Terminata la celebrazione, 1.500 di loro, accompagnati dai volontari diverse associazioni, saranno ospitati in Aula Paolo VI per un pranzo festivo insieme a Francesco (io dovrei esserci come accompagnatore dei poveri che frequentano il Centro delle Docce di Via Anicia della Comunità di Sant’Egidio, spero di raccontarvi la giornata con Papa Francesco prossimamente su queste pagine). Animeranno questo momento la Banda della Gendarmeria Vaticana e il coro “Le Dolci Note”, composto da bambini dai 5 ai 14 anni. Gli altri 2.500 ospiti saranno invece trasferiti presso mense, seminari e collegi cattolici di Roma (Pontificio Collegio Nordamericano, Collegio Apostolico Leoniano, Mense del Circolo San Pietro, Mensa Caritas Roma, Comunità di Sant’Egidio, Pontificio Seminario Romano Minore, Pontificio Ateneo Regina Apostolorum) per partecipare anche loro ad un pranzo di festa.

I poveri saranno serviti da 40 diaconi della diocesi di Roma e da circa 150 volontari provenienti dalle parrocchie di altre diocesi. Il menù che il ristorante “Al Pioppeto” di Sergio Dussin servirà nell’Aula Paolo VI sarà composto da gnocchetti sardi padellati con pomodoro, olive e formaggio Collina Veneta, bocconcini di vitello con verdure, polenta e broccoli di Bassano, tiramisù alla veneta, acqua, aranciata e caffè.

Sono certo che dall’alto San Francesco benedirà tutti i partecipanti a questa splendida iniziativa.

 

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