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Possibile l’incontro tra san Giovanni de Matha e san Francesco?

Non ci sono fonti attendibili, ma un affresco di San Giovanni in Laterano a Roma ce ne parla

Papa Innocenzo III nel 1209 concede all’Ordine della Santissima Trinità la piccola chiesa di San Tommaso in Formis a pochi passi dal Colosseo, a qualche centinaio di metri dalla Basilica di San Giovanni in Laterano. Accanto a questa chiesa fu edificata una casa per accogliere i poveri e gli schiavi tornati liberi ma ancora bisognosi di cura. Sopra il portale di questo antico ospedale il fondatore volle far realizzare un mosaico. E’ un mosaico particolare: rappresenta una visione che San Giovanni de Matha ebbe durante la celebrazione della sua prima messa e che gli diede l’ispirazione di fondare l’Ordine della Santissima Trinità e degli schiavi. Il mosaico raffigura Cristo pantocratore che tiene tra sue mani due schiavi uno bianco cristiano e l’altro moro, musulmano.

Riguardo la storia di questa chiesa, c’è un episodio poco noto. Bisogna precisare che non ci sono attestazioni storiche ben precise in merito a ciò, ma questo possibile avvenimento storico un po’ di curiosità la suscita. Alcune fonti, non sappiamo quanto attendibili, riferiscono - infatti - che San Francesco d’Assisi sarebbe stato più volte ospite di questa casa di accoglienza. Sarebbe stato addirittura San Giovanni de Matha, nella casa di San Tommaso in Formis, ad accogliere il pellegrino Francesco d’Assisi. Non è possibile definire questo episodio ufficiale ma un elemento pittorico ritrae questo incontro. Nell’abside della Basilica di San Giovanni in Laterano vi è un affresco che rappresenta San Francesco d’Assisi davanti ad Innocenzo III con a fianco il fondatore Giovanni de Matha.

L’elemento artistico ci parla - dunque - di un possibile incontro fra i due. Se non addirittura di un possibile impegno “apripista” da parte di San Giovanni de Matha alla corte papale per il santo di Assisi. Infatti, fu proprio papa Innocenzo III ad approvare la Regola francescana. Questo accadde nell'estate del 1210, quando Francesco ed i suoi compagni - dopo un primo diniego del pontefice - si trovarono di fronte a Innocenzo III che approvò “verbalmente” la Regola.

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