QUANDO LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE SI MACCHIA DI SANGUE
Il primo gennaio, da 50 anni, è la giornata mondiale della pace, ma quest'anno è stata la giornata mondiale del terrorismo. Il 2017 è iniziato sotto il segno del sangue e della violenza. In Turchia, mentre si festeggiava l'arrivo del nuovo anno e si cercava di "allontanare" i fantasmi del passato: morte e terrorismo; puntualmente la paura ha raggiunto tutti noi. Un nuovo attentato ha sconvolto le vite di persone semplici e umili che non vogliono farsi intimorire da chi crede nel Dio della morte e del terrore. Molti ci chiedono, trovandoci per strada: padre cosa possiamo fare? perchè ci sono persone che vivono di odio? Ebbene una delle risposte la ritroviamo nelle parole di Papa Francesco che ha offerto a tutti noi un messaggio chiaro: “la non violenza stile di una politica per la pace”. Il Santo Padre ci esorta tutti, nessuno escluso, a non nasconderci dietro falsi pretesti.
In un articolo scritto per il Corriere della Sera ho posto un interrogativo: ma quale pace? L’anno trascorso e quello appena iniziato ci hanno “regalato” un impressionante statistica: Siria trentacinquemila morti, Ucraina dal 2014 ad oggi novemila e 758 morti con 22 mila feriti, Sud Sudan oltre cinquemila vittime, fino al conflitto israelo-palestinese, per non parlare della guerra in Messico contro le bande della droga che contano oltre 10mila morti. Poi ci sono gli attacchi terroristici in Europa, da Parigi a Bruxelles fino a Berlino e Istanbul. E’ impressionante la scia di sangue.
Il messaggio di Papa Francesco questa volta non è rivolto solo alla gente che è tra le prime vittime di chi la guerra la comanda e la gestisce. Bergoglio questa volta parla anche e soprattutto ai politici, ai governi del mondo. Fino a quando non metteranno mano alle vere cause della guerra (ingiustizia sociale, interessi oscuri, commercio d’armi) nessuno potrà scrivere o ergersi a paladino di pace.
Questa volta pretesti non ce ne sono, la strada della non violenza è possibile. Basta guardare agli accordi tra il Governo colombiano e le Farc e ci si rende conto che la pace non è utopia, ma diventa reale. Dalla lettera del Papa, si stagliano i giganti che la pace l’hanno resa possibile: Mahatma Gandhi e Khan Abdul Ghaffar Khan nella liberazione dell’India, Martin Luther King Jr contro la discriminazione razziale e Leymah Gbowee. Dobbiamo guardare alla pace come speranza per le future generazioni. Ed è San Francesco ad indicarci come agire: “La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori. Non provocate nessuno all’ira o alla scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia della vostra mitezza”.
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