San Francesco e la cicala: prodigio alla Porziuncola
L’episodio testimoniato nel Trattato dei Miracoli
San Francesco d’Assisi ha compiuto diversi prodigi sulle creature sensibili. In particolari ha “dialogato” con numerose specie animali, che egli trattava al pari delle creature umane. Nel Trattato dei Miracoli, Tommaso da Celano, biografo di Francesco, riporta un episodio legato a un insetto... molto rumoroso!
LA DOLCEZZA DEL CANTO
Accanto alla cella del Santo di Dio, presso la Porziuncola, una cicala, che stava di solito su un fico, cantava frequentemente con la consueta dolcezza. Il beato padre una volta, stendendo la mano, la chiamò con dolcezza verso di sé: "Sorella mia cicala, vieni da me!". Ed essa, come dotata di ragione, subito si pose sulla sua mano. Ed egli rivolto ad essa: "Canta, sorella mia cicala, e loda con la tua letizia il Signore Creatore".
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LE CAREZZE DI FRANCESCO
La cicala, obbedendo senza indugio, cominciò a cantare, senza tregua finché l'uomo di Dio, unendo la sua lode ai canti di lei, le permise di tornarsene nel suo solito posto, nel quale essa rimase ininterrottamente come fosse legata per otto giorni. E il Santo ogni volta che usciva dalla cella, le ordinava, accarezzandola con le mani, di cantare ed essa era sempre sollecita ad obbedire alle sue richieste. Il Santo disse ai compagni: "Diamo ormai libertà a nostra sorella cicala, che fino ad ora ci ha rallegrati abbastanza, in modo che la nostra carne non si glorii vanamente per tal fatto". E subito essa, da lui licenziata si allontanò senza farsi vedere più. I frati furono molto stupiti di ciò.
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