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San Francesco in Umbria, i suoi 90 luoghi censiti e raccontati da Fra Gualtiero Bellucci

Un libro alla scoperta degli angoli della nostra terra toccati dal Poverello di Assisi

Credits Ansa

Solo un frate minore, uno che non ha paura di prendere e partire, di camminare verso mete conosciute e sconosciute, senza paura, poteva scrivere la biografia che mancava nella sterminata produzione su San Francesco. L’itinerario spirituale di Francesco nella sua Umbria, un pellegrinaggio di 90 tappe, perlopiù sconosciute, sono state raccolte, censite e recensite da Fra Gualtiero Bellucci, che ne ha tratto un libro, presentato postumo nei giorni scorsi nel luogo dove ha vissuto i suoi ultimi anni: la Basilica di Santa Maria degli Angeli.

Una ricerca minuziosa. Fra Gualtiero è scomparso un anno fa, ma nel tempo aveva minuziosamente cercato luoghi spesso introvabili, testimoniati dalle Fonti Francescane, ma spesso considerati pura agiografia o leggenda, accumulando viaggi su viaggi, anche quando cominciava ad accusare i sintomi di una malattia importante, prendendo appunti, scattando foto, facendo ricerche, con addosso la soddisfazione di aver trovato quello che cercava.

C’è tutta l’Umbria. E dunque, nel suo libro “In cammino con Francesco di Assisi per le strada dell’Umbria, la sua terra!” (per i tipi di Bruno Franchi), titolo opportunamente chilometrico, vista la strada percorsa per scriverlo, oltre ad Assisi e Santa Maria degli Angeli, Perugia e Gubbio, ci sono praticamente tutte le città dell’Umbria, paesi, località, semplici siti per raggiungere i quali bisogna entrare in mezzo a boschi, seguire strade bianche, inerpicarsi a piedi in salita, scendere lungo pendii impervi. Come per poter trovare il “letto di San Francesco”, uno scoglio squadrato in mezzo al bosco tra Castel Rigone e Mantignana (vicino a Perugia), oppure l’Abbazia di Vallingegno, dove Francesco dormiva quando transitava da Assisi a Gubbio e dove si tenne eccezionalmente il primo Capitolo lontano dalla Porziuncola, con 300 frati. E poi la Spelonca di Campetella (Gualdo Tadino), la Grotta di Galliscino (Amelia), il convento della Romita (Narni), la chiesina costruita nel luogo dove Francesco trascorse in solitudine una delle sue quaresime annuali (Isola Maggiore) e via elencando…

Trascritto da suor Benedetta. Un percorso bello e affascinate, portato alla luce grazie alla volontà ferrea di Angelo Valentini, amico personale di Fra Gualtiero e di tanti altri volontari. Partendo da suor Benedetta, clarissa del convento di Monteluce, che ha trascritto al computer e revisionato il manoscritto originale di Fra Gualtiero, fino a Brunello Cucinelli e Giampiero Bianconi che hanno contribuito economicamente alla realizzazione dell’opera.

Umbria24.it

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