Sant'Antonio, il poeta di Maria
Viaggio nella devozione mariana francescana
Punto focale per tutto il Francescanesimo è Sant’Antonio di Padova, frate che ha seguito i passi del Padre Serafico. Uomo umile e dotato di grande eloquenza, Antonio parla di Maria come se parlasse di una Madre sublime. Quello che possiamo cogliere del suo pensiero, è solo una piccola parte, ma anche i sermoni stessi nella loro interezza non riescono a dare un'idea completa di come Antonio veda Maria.
Perché Maria per Antonio è soprattutto una presenza, viva e costante nella sua vita. Una devozione, quella di Antonio, semplice e - al contempo - profondamente teologica, anche se l’aggettivo potrebbe risultare alquanto anacronistico. In tutti i suoi Sermones è presente Lei, Maria: parla di Maria; si riferisce a lei; su di lei pone il confronto della dottrina e della prassi. Ne parla ogni sabato, ne parla nel ciclo liturgico della redenzione e del Natale, insiste nell'esortare a meditare giornalmente sul saluto dell'angelo a Maria, l’Angelus; di fatto, quindi, Antonio insegna a onorare la madre del Signore con un culto quotidiano, settimanale, annuale.
Sono tante le sfaccettature della Vergine che Antonio di Padova prende in esame. La grandezza di Maria, donna fra le donne, è opera di Dio. Lei, Figlia del Padre, accetta di collaborare al piano di salvezza proclamandosi serva del Signore, serva umilissima. Il Padre le affida la missione di divenire madre di suo figlio, madre del Figlio di Dio; lo Spirito Santo la santifica, compie in lei l'incarnazione del Verbo facendo di quell'umile fanciulla, di quella piccola ragazza il suo sacrario, la sua abitazione. Antonio la chiama con gioia Madre di Dio, “alma Madre di Dio”, “Gerusalemme celeste” in cui Dio abita. E per esprimere il più possibile l'unione tra la divinità e l'umanità che si è compiuta in lei, Antonio la chiama inoltre “moglie di Cristo”.
Ma una caratteristica assai moderna del suo pensiero è quella di vedere Maria nel suo rapporto con i figli: Antonio vede Maria presente in tutti noi, in rapporto a noi. Così, Maria è madre di Dio, ma anche madre nostra. Questo essere madre “nostra” Antonio lo riferisce a tre categorie di uomini: la prima, la più comune, è quella dei peccatori. Un'altra categoria di persone con cui Maria è in rapporto è la grande massa dei fedeli, laici o prelati, ma tutti sempre in pericolo di cadere. E, dunque, il santo di Padova esorta a rivolgersi a lei per non cadere nel peccato. “Va' da lei”, così esorta Antonio a tutti e a ciascuno. La terza “categoria” è rappresentata dai giusti, i santi che - guardando proprio a Maria - trovano il modello della santità.
La prosa che Sant’Antonio usa per i suoi Sermones ha una poeticità incredibile. Prosa che quando sfiora Maria diviene vera e propria poesia. Un esempio, fra tanti, il Sermone dedicato all’Annunciazione:
“Osserva che la Vergine Maria fu sole sfolgorante nell'annunciazione dell'angelo, fu arcobaleno splendente nel concepimento del Figlio di Dio, fu rosa e giglio nella nascita di lui. Nel sole ci sono tre prerogative: splendore, candore e calore, che corrispondono alle tre parti del saluto dell'arcangelo Gabriele. La prima: Ave, piena di grazia; la seconda: Non temere; la terza: Lo Spirito Santo scenderà su di te. Quando dice: "Ave, piena di grazia! Il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne" (Lc 1,28): ecco lo splendore del sole. E questo può riferirsi anche alle quattro virtù cardinali, ognuna delle quali rifulse in Maria in tre modi. Dalla temperanza le venne la riservatezza nel corpo, la modestia nel parlare, l'umiltà del cuore”.
La luce, i colori, il sole: elementi naturali che Antonio fa rivivere nella figura della Vergine, con lucenti parole che hanno suono di poesia. Antonio, in sintesi: il poeta di Maria. (Antonio Tarallo)
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