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Terra Santa, 'fare memoria di tutti i bambini morti senza sapere perché'

A Betlemme, i francescani celebrano i Santi Innocenti. Le parole del custode Segovia

Celebrata a Betlemme la festa dei Santi Innocenti con la quale la Chiesa ricorda la strage degli innocenti voluta dal re Erode per tentare di uccidere Gesù e narrata nei vangeli (Mt. 2,1-16). Il rito si è svolto, riferisce la Custodia di Terra Santa, nel luogo dove la tradizione colloca la tomba dei santi innocenti, la grotta dei Santi Innocenti, adiacente a quella di San Giuseppe, collegata a sua volta a quella Natività attraverso un passaggio, aperto solo in occasione di celebrazioni ufficiali. Lì l’angelo avrebbe parlato in sogno a Giuseppe per comandargli di scappare in Egitto e salvare Gesù dal massacro ordito da Erode. Durante la messa padre Luis Enrique Segovia Marí, guardiano della fraternità francescana di Betlemme, ha detto che “la solennità di oggi significa fare memoria dei bambini uccisi tanti anni fa proprio nel luogo dei Santi Innocenti. Il Vangelo ci mostra un re e un bambino, il confronto tra bene e male, luce e tenebre. Alla fine non è mai il male a prevalere, ma vince il bene. Lasciamoci interpellare dai bambini che anche oggi non hanno una madre o una padre o sono in un momento di difficoltà”. A riguardo il francescano ha ricordato le realtà che a Betlemme si occupano di accogliere i bambini con problemi di salute e familiari. Tra queste l’Hogar de ninos, gestita dalle suore del Verbo Incarnato (Ive). “A causa della pandemia c’è tanta povertà, così come tante situazioni difficili da affrontare e i piccoli sono quelli che soffrono di più – ha affermato padre Segovia –. Vogliamo rinnovare oggi il nostro impegno perché queste atrocità del passato non accadano più e per proteggere la vita dei nostri bambini che sono il futuro della comunità. Questo posto ci ricorda anche di fare memoria di tutti quei bambini che sono morti senza sapere perché. Sono una testimonianza silenziosa della consegna della vita per la causa della fede”. Riguardo alla pandemia il frate ha voluto sottolineare l’impegno della Custodia di Terra Santa: “La nostra comunità di Betlemme e quella del Campo dei Pastori hanno continuato sempre il lavoro di accoglienza a chi viene da noi a partecipare alle celebrazioni proprie di questo luogo. La porta della chiesa è sempre stata aperta, anche se non ci sono più pellegrini. Questa è un’esperienza per noi nuova, ma anche in questo silenzio Dio vuole parlarci. Attraverso questa pandemia, Dio vuole dirci qualcosa di più”.

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