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Volare con i santi è possibile, la storia di San Giuseppe da Copertino

San Giuseppe rappresenta la possibilità che ci è donata di divenire corpi celesti

Volare...cantare...nel blu dipinto di blu, felice di stare quassù”, così il ritornello di una famosa canzone dell’indimenticabile cantautore Domenico Modugno. Chi non la ricorda? E, perchè non immaginare proprio in quel canto, la figura di San Giuseppe da Copertino, frate famoso nell’ambiente universitario, elevarsi al Cielo, in una delle sue tante estasi? Il paragone potrebbe risultare azzardato, ma ci potrebbe introdurre alla vita di questo santo legato all’esperienza del volo. San Giuseppe da Copertino è una figura tutta da scoprire e riscoprire. Tradizioni popolari si legano alla sua figura, come - ad esempio - quella che lo vede “protettore” degli universitari. Come nasce questa tradizione?

Giuseppe Maria Dessa - questo l’originario nome del santo - a quasi diciassette anni lascia la madre Franceschina (rimasta vedova di suo marito Felice) per entrare nel convento dei Frati Francescani Conventuali, detto della “Grottella”. Ci troviamo a Copertino. Ma, dopo un periodo di prova, al  nostro giovane frate non va per niente bene: viene scacciato da tale istituzione. Passa, allora, ai Francescani Riformati. Ma anche questa volta, Giuseppe viene rifiutato. Terzo passaggio: tenta con i Cappuccini di Martina Franca. Resta con loro otto mesi, ma - anche questa volta - il povero Giuseppe viene poi rimandato ai genitori. Solo grazie all’interessamento dello zio materno, Giovanni Donato Caputo, riuscì  a essere nuoavamente introdotto nel convento dei Frati Conventuali della “Grottella”. Qui diviene oblato, poi terziario e finalmente fratello laico. Aveva  ventidue anni. Ma il desiderio di Giuseppe rimaneva quello di diventare sacerdote e così comincia il cammino per il diaconato, pur sapendo poco leggere, nè tantomeno scrivere.

Praticamente - come si direbbe ai giorni d’oggi - una frana. Eppure  avviene qualcosa di inimmaginabile: è il momento dell’esame per diaconato. Giuseppe aveva timore che per l'ennesima volta i suoi sforzi potessero rimanere vani. A mala pena riusciva a spiegare qualche brano, e se ci riusciva lo faceva con molta fatica. Il vescovo esaminatore aprendo a caso il libro domandò il commento delle frase: “Benedetto il grembo che ti ha portato” ( Lc 11, 27). Meraviglia: quello di Luca era proprio l’unico brano che il giovane frate era riuscito a studiare bene durante l’anno di preparazione al diaconato.Trascorrono i tre anni di preparazione al sacerdozio, bisogna superare l’ultimo e più difficile esame. Altro prodigioso episodio: i postulanti conoscevano bene il programma. Mentre Giuseppe era ignaro del tutto. Il Vescovo ascolterà solo i primi, che superano brillantemente l’esame. Non volle ascoltare più nessuno, convinto che anche gli altri fossero altrettanto preparati. E così, ammise tutti, compreso Giuseppe. Era il 4 marzo 1628.  Da questo episodio nasce la tradizione degli studenti universitari di pregare San Giuseppe per i propri esami. E, il più delle volte, vengono esauditi: così dice la “vox populi”, la “vox Dei”. 

Ma San Giuseppe da Copertino non è solo questo. E’ il giorno della festa del Serafico padre Francesco. Il 4 ottobre 1630, nella solennità del Santo di Assisi, avviene in Copertino una processione: al rientro di questa, San Giuseppe da Copertino si eleva - per la prima volta - verso il cielo. Da allora la sua vita non sarà più la stessa. Le estasi segnarono gli anni che seguirono, fino alla sua morte del 1663.  Volano i santi, volano gli angeli, ma è permesso a tutti. San Giuseppe - in fondo - rappresenta la possibilità che ci è donata di divenire corpi celesti e celestiali, seppur con tutte le nostre debolezze, con le nostre imperfezioni. Lo aveva scelto, questa volta, quasi ignorante del tutto o comunque poco incline allo studio. Eppure Giuseppe Dessa diventerà San Giuseppe da Copertino. Le vie del Signore, davvero, rimangono strane. E, abbiamo compreso - grazie a lui - che sono vie che conducono in alto, verso il cielo, “dipinto di blu”. Autostrade per il Paradiso

 

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