FRANCESCO, MENTRE TU
Tu ti spogliavi di ogni ricchezza,
io sperimentavo tutti i modi per far denaro.
Ti inerpicavi scalzo per gli impervi sentieri della Verna,
io sfrecciavo con potenti auto sulle comode autostrade.
Tu parlavi agli uccelli che si posavano sul leccio,
io sparavo alle ingenue allodole
che si fidavano del mio specchietto traditore.
Tu spegnevi la tua sessualità tra le spine dei rovi,
io sghignazzavo tra le candide lenzuola con la femmina di turno.
Tu donavi tutto te stesso al Crocifisso,
io «pregavo» il Signore affinché mi spianasse le vie del successo.
Tu ti umiliavi diventando servo dei servi,
io facevo a gomitate in cerca di onori.
Tu mortificavi le tue carni,
io curavo il mio corpo con creme e profumi.
Tu dividevi il tuo tozzo di pane con la fame dei poveri,
io mi ingozzavo del superfluo.
Tu sceglievi come giaciglio la nuda roccia,
io gongolavo nella comoda casa con vista sul mare.
Tu dedicavi il tuo tempo a lodare il Signore,
io lo consumavo tra stupidi giochi e mondane serate.
Tu abbracciavi il lebbroso,
io evitavo lo sguardo sofferente del diseredato.
Tu piangevi la passione del Calvario,
io ridevo ascoltando crasse storielle tra bettole e postriboli.
Tu ti struggevi dal dolore per i chiodi che squarciavano
il Figlio dell’uomo, io gioivo del nulla.
Tu, dove era odio, offesa, discordia e tenebre
portavi amore, perdono, luce.
Sono stato io mai capace di portare
anche un solo attimo di gioia dove era tristezza?
Francesco, mio Francesco, aiutami, perdonami.
Raffaele Pisani
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