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MADRE TERRA

Madre terra che mi hai generato.

Terra della mia infanzia.

Ricordo ancora di là dai casali  i prati

e i monti di nuvole coronati

e gli ulivi del poggio

sembravano  nebbia argentata

e l’olmo coi nidi

e l'odore del fieno.

Terra,  Madre Terra!

Dove sono lo stagno

e le rane e il grano

il vermiglio melograno

e la siepe del verde sambuco

e l'allegra brigata dei fanciulli sereni

e le capriole tra i fiori.

Terra, madre Terra!

dove sono le api

i calabroni e le farfalle

e i giardini fioriti.

Terra, madre terra!

sulla strada sterrata

andavano nudi i piedi.

Dove sono i biancospini

e i larici e i pini e il grido dei bambini.

Oltre le montagne dei rifiuti ora volteggiano i corvi

dove l’asfalto vi corre

ora ronzano i motori…

e non più i calabroni

non più ridono i bimbi

che ora passano veloci dentro auto lucenti.

Terra, madre terra!

più non ti vedo

sotto i cocci di vetro

cimiteri di macchine

e rifiuti

e rifiuti.

Grigio fuliggine

il color dei capelli

le occhiaie

e il color della cera.

Ricoperta di cenci

cosi muore la terra.

Terra, madre terra!

Non è il canto del grillo

né il bambino che strilla

né il falco

né il nibbio…

è il tuo figlio che grida

è la terra che muore

senza fare rumore

solo il figlio che grida: Terra, Madre  Terra!

Carlo Angelone

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