RUBRICHE > Le vostre Poesie

Una madre, mia madre

Quando il signore ti volle con se'
era un giorno infuocato d' estate.
Il cielo sembrava una bassa soffitta
e gli alberi, quasi pietrificati
dalla grande calura,
erano simili a delle gigantesche
ragnatele polverose.
Quanto tempo trascorso d' allora...
eppure tu mi appari,
come in un flashback,
quasi tutti i giorni.
Tivedo, ti chiamo e ti accarezzo
come se mi fossi vicina.
Hai generato una nidiata di figli
tu, piccola donna,
e hai lavorato mille stagioni
con la caparbiet della contadina.
Eri sempre vestita di nero,
con un fazzoletto nero legato
sotto il mento.
L' immagine di te,
scolpita nel mio cuore,
rimane quella di quando
stendevi il bucato
nel prato dietro casa.
Unica macchia nera
la tua presenza
che, rischiarata dalla luce del sole,
s'ergeva come una cattedrale luminosa
tra quelle lenzuola bianche,
simili a tante vele
tra un mare di verde.
E quando rammento
e voglio ritrovarti
li, mamma, che io vengo a cercarti.

(Andrea Rino Farolfi)

Commenti dei lettori



NON CI SONO COMMENTI PER QUESTO ARTICOLO

Lascia tu il primo commento

Lascia il tuo commento

Nome (richiesto):
Email (richiesta, non verrà mostrata ai visitatori):
Il tuo commento:
Organo ufficiale di Stampa della Basilica di San Francesco d'Assisi
Custodia Generale Sacro Convento
© 2014 - tutti i diritti riservati
Contatti | Credits