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TG1 DIALOGO - Francesco in Egitto sulle orme di San Francesco

Una giornata ricca d'incontri per Papa Francesco all'insegna del dialogo e della fratellanza. Il suo viaggio ricalca le orme di quello intrapreso da San Francesco 800 anni fa. È lo stesso Pontefice a ricordare, nel discorso ai partecipanti alla Conferenza internazionale per la Pace al Centro Conferenze Al-Azhar, l'importante incontro con il Sultano Malik al Kamil. Il Papa ha aperto il suo messaggio con una frase che ha colpito non solo me, ma tutti i presenti in Sala Stampa: "ringrazio mio fratello il Grande Imam". Una parola, fratello, che vuole sottolineare la vicinanza e l'amicizia "francescana" del santo Padre e della Chiesa Cattolica. Nel suo lungo discorso, interrotto da diversi applausi, ha invocato l'intercessione del Santo di Assisi affinché "in questa sfida di civiltà tanto urgente e appassionante siamo chiamati, cristiani e musulmani, e tutti i credenti, a dare il nostro contributo: «viviamo sotto il sole di un unico Dio misericordioso. [...] In questo senso possiamo dunque chiamarci gli uni gli altri fratelli e sorelle [...], perché senza Dio la vita dell'uomo sarebbe come il cielo senza il sole». Si levi il sole di una rinnovata fraternità in nome di Dio e sorga da questa terra, baciata dal sole, l'alba di una civiltà della pace e dell'incontro". Toccante il momento di silenzio e raccoglimento richiesto dal Grande Imam per tutte le vittime del terrorismo. Mi ha molto colpito e ha riportato alla mente l'incontro tenutosi lo scorso settembre ad Assisi con i leader religiosi di tutto il mondo. Ahmad Al-Tayyeb ha parlato anche di terrorismo e del rispetto dei simboli religiosi definendo, quella che stiamo vivendo oggi, "una tragedia umana senza precedenti che tutti paghiamo". Dopo aver salutato i presenti, il Santo Padre si è recato all'Hotel Almasah per l'incontro con le autorità. Il suo discorso è stato incentrato soprattutto sull'importanza dell'Egitto "terra che tutti sentiamo nostra, la madre dell'universo...Un Egitto dove non manchino a nessuno il pane, la libertà e la giustizia sociale". L'abbraccio lungo, prolungato. Applausi continui. Parole forti e non scontate. Forse è questa la sintesi dell'incontro con l'imam sullo sfondo rimane l'immagine tra San Francesco e il Sultano. Un discorso forte e ci siamo commossi quando il Santo Padre ha presentato a tutti il suo viaggio sulle orme del Santo di Assisi. Commozione francescana, commozione ecclesiale, commozione umana. Tutti hanno letto in questo incontro e nelle parole dette la possibilità di illuminare il mondo e di renderlo più accogliente. Anche il Patriarca Copto Ortodosso, SS Tawadros II, fa un richiamo forte e senza mezzi termini al Santo di Assisi: "già dalla scelta del nome di San Francesco. Questo nome portava con sé ottimi auspici che si sono poi tradotti in realtà con la divulgazione di testi quali Evangelii Gaudium e Laudato Si. Con ogni Vostro articolo o lettera avete ribadito a tutto il mondo che Dio ha creato l'uomo puro e non corrotto perché lo ha creato a sua immagine e somiglianza. Così Vostra Santità, Voi avete seguito le orme e il cammino del Vostro intercessore Francesco d'Assisi: quasi mille anni fa... fece una delle più importanti esperienze di dialogo interculturale nella storia, un dialogo che si rinnova oggi con la Vostra visita a conferma del fatto che il dialogo è la via e il ponte che unisce i popoli ed è costante speranza dell'umanità nel corso dei secoli". È un viaggio che ha una triplice forza. La forza che l'Egitto ha avuto nell'invitare il Papa, la forza degli incontri e la forza delle parole. Mai come questa volta le sentiremo risuonare. Il Papa affronta diversi temi: l'Egitto e la sua vera identità fatta di capacità culturali e di allearsi per il bene comune. La violenza: condannando con durezza i provocatori di conflitti, riferimento chiaro agli USA e alla Corea del Nord. E infine la religione: dove ancora una volta, sulla scia di quanto detto ad Assisi, si afferma con decisione che vi è incompatibilità tra fede e violenza. L'Egitto come Assisi.

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