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Tg1 Dialogo puntata 127: San Francesco, che musica!

Il concerto di Natale è un evento pregno di attualità comunicativa. Non manca la forza spirituale da dove, come viandanti, vogliamo attingere per affrontare il cammino della vita, con le sue gioie e i suoi dolori, con le sue lacrime e i suoi sorrisi, con le sue paure e le sue speranze.

Francesco d’Assisi ci viene incontro: riflesso di quel “Cantate a Dio con arte” a cui ci invita il Salmo 47. Tutta la Bibbia, come anche la vita di Francesco, è percorsa da brividi musicali che punteggiano le opere e i giorni dell’uomo, ma soprattutto esaltano il culto e la lode.
Nella vita del Santo di Assisi diversi sono gli episodi che riferiscono dell’amore di Francesco per il canto. Il primo è quando nella giovinezza, raccontano le fonti, “gli piaceva godersela e cantare, andando a zonzo per Assisi giorno e notte con una brigata di amici”.

Un altro è durante la malattia, quando per confortare il suo spirito e non abbattersi a causa della veemenza dei dolori che lo tormentavano “senza posa” e per confortare gli uomini che fuori del palazzo vegliavano per lui, pregava i compagni di cantare le lodi del Signore: “Fratello, lasciami godere nel Signore e cantare le sue lodi in mezzo alle mie sofferenze”.

Da una musica senza senso, quella della giovinezza, è subentrata una musica di senso che lo aiuta ad affrontare la sofferenza, che è stata per Francesco incontro e immedesimazione in Cristo, donando significato al suo dolore.

Il “Cantico delle Creature” è la sintesi dell’uomo che loda Dio in musica ed esalta quella melodia silenziosa racchiusa nel Creato. Francesco traccia questa via, che noi vogliamo seguire, per fare della vita un’occasione di incontro e non di scontro, con una consapevolezza: “Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita – affermava Borges –. Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori. Posso, però, ascoltarli e condividerli con te. Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro; però, quando serve sarò vicino a te. Non posso cancellare la tua sofferenza; posso, però piangere con te. Non sono gran cosa, però sono tutto quello che posso essere”.

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