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Tg1 Dialogo puntata 131 - Il dramma di Haiti

Quattro anni fa il devastante terremoto. Inoltre 600mila persone in condizioni di insicurezza alimentare e più di 50mila nuove infezioni di colera ogni anno.

"E’ necessario che la comunità internazionale e i donatori non abbandonino Haiti. Questo è il momento di fare un passo ulteriore: dalla ricostruzione fisica delle case e delle infrastrutture alla "ricostruzione dell’umano", affinché le popolazioni colpite tornino a condurre una vita dignitosa", è l’appello di Fiammetta Cappellini, responsabile ad Haiti per Fondazione AVSI, ong italiana presente in 50 paesi del mondo e da quindici anni attiva ad Haiti.

Sono oltre 170mila gli sfollati, 600mila gli haitiani che vivono in condizioni di insicurezza alimentare e si registrano più di 50mila nuove infezioni di colera ogni anno. Il tutto in un contesto di forte decrescita economica: gli indicatori di sviluppo del Paese rimangono bassi, alcuni addirittura in negativo, la popolazione vive per la maggior parte in situazioni di povertà inaccettabile e i diritti, anche i più elementari, non sono garantiti.

L’équipe di AVSI ad Haiti, diretta da Fiammetta, sin dai primi giorni dopo il sisma, è stata accanto alla popolazione terremotata, con attività mirate a contrastare la malnutrizione e a ricostruire le strutture comunitarie. In questi anni, AVSI ha fatto partire 19 nuove opere: sette scuole, due centri educativi, sei centri nutrizionali, tre laboratori artigianali e un ristorante comunitario. Un lavoro reso possibile da uno staff di circa 180 persone, in condizioni difficili e spesso estreme.

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