Tg1 dialogo puntata numero 76 - L'infanzia di Gesù, esce il terzo libro del Papa
Dopo una lunga attesa esce in libreria il terzo e ultimo best seller di Papa Ratzinger sulla storia di Gesù. Dopo il primo volume (dal battesimo alla trasfigurazione) e il secondo (dall'ingresso a Gerusalemme alla risurrezione), il terzo, presentato stamattina in Vaticano, riguarda «L'infanzia di Gesù». Pubblicato congiuntamente da Rizzoli e dalla Libreria editrice vaticana, il volume è stato stampato in un milione di copie e tradotto in venti lingue. Una produzione monstre. Il volume è stato presentato dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, dalla professoressa Maria Clara Bingemer, docente di teologia alla Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro, da don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, e da Paolo Mieli, Presidente di Rcs Libri. Si compone di quattro capitoli e di un epilogo. In tutto sono 150 pagine. Il Papa nella prefazione lo definisce «un piccolo libro» sebbene, per la profondità delle ricerche storiche e teologiche, sia destinato a diventare un punto fermo per comprendere la figura di Gesù di Nazareth.<br><br> LA NASCITA. «Il parto verginale - mito o verità storica?» è il titolo di un paragrafo del libro che analizza quanto raccontato dagli evangelisti Matteo e Luca: «è una realtà storica, un reale evento storico, oppure è una pia leggenda che, a modo suo, vuole esprimere ed interpretare il mistero di Gesù?». Dopo aver escluso analogie con la mitologia greca e Virgilio, quasi che la verginità della Madonna fosse un mito archetipico, il Papa ricorda che il parto verginale e la reale risurrezione dal sepolcro sono pietre di paragone per la fede. «Se Dio non ha anche potere sulla materia, allora Egli non è Dio. Ma Egli possiede questo potere, e con il concepimento e la risurrezione di Gesù Cristo ha inaugurato una nuova creazione».<br><br> GESU’ NON E’ UN MITO. I capitoli che l'evangelista Matteo dedica all'infanzia di Gesù «non sono una meditazione espressa in forma di storie. Al contrario: Matteo ci racconta la vera storia, che è stata meditata ed interpretata teologicamente, e così egli ci aiuta a comprendere più a fondo il mistero di Gesù». <br><br> BETLEMME. Il bue e l'asino non erano nella stalla con Gesù e i pastori non cantavano quando venne al mondo il piccolo. «Nel Vangelo non si parla di animali» anche se la meditazione guidata dalla fede, «leggendo l'Antico e il Nuovo Testamento collegati tra loro, ha ben presto colmato questa lacuna, rinviando ad Isaia 1,3: Il bue conosce il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende». Probabilmente, racconta il Papa, anche altri due libri della Bibbia di Abacuc e dell'Esodo hanno avuto un'influenza. «L'iconografia cristiana già ben presto ha colto questo motivo. Nessuna raffigurazione del presepe rinuncerà al bue e all'asino». Quanto al canto degli angeli raccontato dal Vangelo, «si può ben comprendere che il semplice popolo dei credenti abbia poi sentito cantare anche i pastori, e, fino a oggi, nella Notte Santa, si unisca alle loro melodie, esprimendo col canto la grande gioia che da allora sino alla fine dei tempi a tutti è donata».<br><br> LA STELLA COMETA. Il Papa contesta che la cometa sia «un racconto teologico, che non si dovrebbe mescolare con l'astronomia». Scrive Ratzinger: «Con il sorgere dell'astronomia moderna, sviluppata pure da cristiani credenti, è stata posta nuovamente che la questione circa questo astro». In particolare Keplero «ha avanzato una soluzione che sostanzialmente viene riproposta anche da astronomi di oggi. Keplero ha calcolato che, a cavallo tra l'anno 7 e 6 a.C. - che, come già detto, oggi viene considerato l'anno verosimile della nascita di Gesù - si è verificata una congiunzione dei pianeti Giove, Saturno e Marte. Nell'anno 1604, egli stesso aveva notato una congiunzione simile, alla quale si era aggiunta anche una supernova. Con questo termine si indica una stella debole o molto lontana in cui avviene un'enorme esplosione, così che essa per settimane e mesi sviluppa un'intensa luminosità». Keplero tentò di spiegare astronomicamente il fenomeno della luminosissima stella di Betlemme. A questa tesi si aggiunge quella di «Friederich Wiesler di Goettingen: egli ha trovato, in tavole cronologiche cinesi, che nell'anno 4 a.C. era apparsa ed era stata vista durante un tempo prolungato una stella luminosa».<i>(Il Messaggero)</I>
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