Debito e sostenibilità del welfare. In-contro tra Bagnai e Monti
Ad Assisi le due visioni dell'economia e del ruolo dello Stato
Due visioni opposte dell'economia, in cerca di una sintesi ad Assisi. Da una parte "il discolo della politica economica italiana" così dice di sè Alberto Bagnai, senatore leghista. Dall'altra, l'ex presidente del Consiglio e senatore a vita Mario Monti, che rivendica di aver messo in stabilità i conti pubblici con le riforme, su tutte quella delle pensioni a firma Elsa Fornero.
Sul tavolo dell'incontro moderato da Alberto Magnani del Sole24Ore, la sostenibilità del welfare. Per Bagnai, sostenitore dell'intervento pubblico in stile keynesiano, «affermare l'importanza del ruolo dello Stato nei processi economici non significa negare l'individuo. La scelta tra vari sistemi di welfare non è tra chi domani ci pagherà la pensione, ma tra chi, qui e ora, utilizza i nostri risparmi e come li utilizza". L'economista, a margine dell'evento, prosegue: «C'è chi ha fede cieca nel privato, in questo luogo di fede vorrei esortare a guardare le cose degli uomini con atteggiamento critico».
Per Monti la questione è la sostenibilità del debito e il futuro delle nuove generazioni. «Sui giovani italiani gravano due ipoteche: quella climatica e quella del debito pubblico. Vivono in un paese dove quasi tutte tasse vanno a pagare il debito. Se l'Italia non facesse fronte ai propri impegni climatici sarebbe un danno per tutti. Ma se Italia non risolve il problema del debito, questo pesa sui giovani italiani, non sui francesi o tedeschi».
Una battuta anche sul Conte-bis. «Con difficoltà ho deciso che non potevo non votare la fiducia», spiega Monti, che aggiunge: «Si tratta di un grande esempio di trasformismo di Pd-M5S e Conte». E Bagnai ironizza: «Giuseppi non è plurale, ma duale. Non c'è discontinuità, neanche nell'atteggiamento dell'Europa nei confronti dell'Italia».
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