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Le sante francescane

Tante le figure femminili che hanno abbracciato Madonna Povertà, assieme al Santo di Assisi

di Antonio Tarallo

Trecentocinquanta per duecento, queste le dimensioni dell’enorme pala d’altare dal titolo “Madonna con Bambino e Sante Francescane” che possiamo ammirare nella chiesa di San Lorenzo Maggiore, a Napoli. Opera del pittore Mattia Preti, dipinta nel 1657. Maria con il bambino, contorniata da angeli, nel registro superiore. Santa Chiara e altre sante francescane, in quello inferiore, che tendono gli occhi alla Donna delle Donne, alla nuova Eva, la Vergine Maria. E’ questa una delle più famose iconografie che rendono bene la santità femminile francescana. Quella santità che in questo breve che “San Francesco, patrono d’Italia” propone ai lettori, in occasione della festa dell’8 marzo. Tante, infatti, le figure femminili – susseguite nei secoli – che hanno abbracciato Madonna Povertà, assieme al Santo di Assisi.



Certamente si potrebbe iniziare con Chiara di Assisi. Lo sappiamo tutti. Ma preferiamo, almeno per questa occasione, andare a “scovare” quelle donne che, molte volte, sono passate “in secondo piano”, ma che hanno regalato all’Ordine francescano testimonianze di vita incredibili. Vite sante.



Sant'Elisabetta di Portogallo, regina del Portogallo, fu esemplare nell'opera di pacificazione tra i re e nella carità verso i poveri. Rimasta vedova del re Dionigi, si dedicò al perseguimento instancabile della regola, tra le monache del Terz'Ordine di Santa Chiara nel cenobio di Estremoz in Portogallo.  



Santa Caterina da Bologna
, vergine dell'Ordine di Santa Chiara. Caterina, maestra nelle arti liberali, ancor più illustre per virtù mistiche e il cammino di perfezione nella penitenza e nell'umiltà. Giovanissima entra tra le Clarisse nel monastero del Corpus Domini di Ferrara. Nel 1456 è chiamata a Bologna a fondare anche qui un monastero intitolato sempre al Corpus Domini. Anima profondamente francescana, vive con gioia interiore l'imitazione di Cristo crocifisso, la contemplazione del Bambino di Betlemme, l'amore per Gesù vivo nell'Eucaristia, con un temperamento vivace, artistico, portato al canto e alla danza.



Sant’Elisabetta d'Ungheria,
che ancora fanciulla, fu data in sposa a Ludovico, conte di Turingia. Da loro unione, nacquero tre figli. Alla morte del marito, Elisabetta si ritirò a Eisenach, poi nel castello di Pottenstein per scegliere infine come dimora una modesta casa di Marburgo dove fece edificare a proprie spese un ospedale, riducendosi in povertà. Fu proprio questa scelta a scatenare la rabbia dei cognati, tanto da indurli a privarla dei figli. Morì a Marburgo, in Germania il 17 novembre 1231.



Santa Margherita da Cortona,
diciottenne, convive con un giovane nobile di Montepulciano. Seppur avranno un figlio, mai si sposeranno. Il nobile amante muore assassinato nove anni dopo. I suoi parenti, la scacciano con il bambino, e Margherita – non potendo trovare rifugio nella sua casa paterna – viene accolta nella città di Cortona. Due nobildonne le danno alloggio, e un lavoro come infermiera. Lei provvede a fare educare il figlio (che si farà poi francescano) e dopo il lavoro si dedica agli ammalati e ai poveri, promuovendo l’assistenza gratuita a domicilio. Fonda l’ospedale della Misericordia. Decide di sposare il Terz’Ordine francescano.



Sant'Agnese di Boemia,
badessa, figlia del re Otakar I. Rifiutate le nozze regali per essere sposa solo di Cristo, abbracciò la regola di Santa Chiara nel monastero da lei stessa edificato, in cui volle osservare con rigore la povertà. Agnese nacque a Praga nel 1211. Grazie ai Frati Minori, venne a conoscenza della vita spirituale di Chiara d'Assisi. Rimase affascinata da questo modello e decise di imitarne l'esempio. Fondò il monastero di San Francesco per le “Sorelle Povere o Damianite”, nel 1234.



Sant’Angela da Foligno
, dopo essersi recata ad Assisi ed aver avuto esperienze mistiche avviò un'intensa attività apostolica per aiutare il prossimo e soprattutto i suoi concittadini affetti da lebbra. Diede tutti i suoi averi ai poveri ed entrò nel Terz'Ordine Francescano. Per i suoi scritti (dettati al suo confessore) assai profondi, fu chiamata “maestra di teologia”.



Santa Kinga di Polonia,
sposò – sebbene non favorevole al matrimonio – Boleslao V il Casto, e divenne regina quando il marito ascese al trono come Re di Polonia. La coppia fece il voto di castità. Durante il suo regno, Kinga si interessò di opere caritatevoli, come le visite ai poveri e l'aiuto ai lebbrosi. Quando il marito morì nel 1279, vendette tutti i suoi possedimenti e diede il ricavato ai poveri. Non volle in alcun modo continuare a governare la Polonia, e pertanto decise di andare a vivere in un monastero di clarisse a Sandeck. Trascorse tutto il resto della sua vita in preghiera contemplativa.



Antonio Tarallo

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