Verso i Saturdays for Future. Il banco anti-spreco dell'industria
di Cinzia Arena
Un esempio di economia circolare che funziona: materiali del settore edile, arredamenti ed elettrodomestici vengono donati dalle aziende alle associazioni. La domanda e l’offerta si incontrano attraverso un portale
Un esempio riuscito di economia circolare che fa bene all’ambiente ma soprattutto alle persone. E alleggerisce i bilanci e i magazzini delle aziende che decidono di donare le proprie eccedenze alle associazioni. Si chiama 'Banco Building' ed è una versione riveduta e corretta di formule collaudate come il banco Alimentare e quello Farmaceutico che consentono di donare a chi ne ha bisogno cibo e medicine in scadenza. Per Silvio Pasero, l’ideatore del progetto, si tratta di un 'banco delle cose' un contenitore virtuale ma reale al tempo stesso dove poter trovare materiali per l’edilizia ma anche arredi, elettrodomestici, computer, tessile, cancelleria e tutto ciò che non ha una data di scadenza.
Questa infatti è la differenza sostanziale con gli altri 'banchi': la mancanza di fretta nel concludere la transazione visto che si tratta di materiale non deperibile. L’idea è nata dieci anni fa per caso. Ma è attualissima nell’ottica dei «sabati del futuro» (il primo sarà il 28 settembre): l’iniziativa lanciata da Enrico Giovannini e Leonardo Becchetti, rispettivamente portavoce dell’ASviS e presidente del comitato scientifico di NeXt, per favorire un consumo e una produzione sostenibili, rivolta a consumatori, aziende ed associazioni. Per costruire una società più equa basterebbe iniziare ad 'ottimizzare' le risorse: perché una cosa che per qualcuno è un peso per un altro può rivelarsi preziosa. L’intuizione per la creazione del banco dell’edilizia l’ha avuta un imprenditore che, entrato in contatto con dei missionari, iniziò a inviare loro materiali edili che non gli servivano più.
«Mi si è accesa la lampadina e da lì è partita la scommessa. Si tratta di un’ottimizzazione delle risorse che funziona» spiega il presidente Pasero che aveva fatto incontrare l’imprenditore e i missionari durante alcune cene di lavoro. Il funzionamento è affidato a Banco Matching: un portale che raccoglie le richieste che arrivano da associazioni, cooperative, missioni e le disponibilità delle aziende. Poi basta incrociare la domanda con l’offerta in base alla vicinanza geografica ma anche all’affidabilità di chi riceve la donazione, che deve farsi carico del trasporto mentre. In dieci anni il fenomeno è cresciuto, al momento nel data base ci sono circa 500 aziende (tra le altre Tim, Mc Donald, Cysco system, Costa Crociere, Nestlé, Bnp Paribas) e 800 onlus disseminate in ogni parte del mondo. A ricevere i materiali infatti anche molte missioni all’estero. In Siria sono stati donati 4mila metri quadri di pannelli solari alle suore di clausura, ci sono state donazioni spedite in Paraguay, Haiti, Sierra Leone, Etiopia, Brasile, Romania e Palestina.
Da questi paesi arriva anche un modo innovativo di utilizzare i materiali di scarto: ad esempio in Etiopia le suore hanno creato dei mosaici con le piastrelle rotte e di colore diverso, in Sierra Leone ogni sei mesi vengono mandate da Pittarello 6mila scarpe spaiate. «Noi ci domandavamo come le avrebbero utilizzate e siamo rimasti senza parole nel sentire che innanzitutto il numero di persone che hanno solo un piede per via delle amputazioni è elevato e che, piuttosto che non avere le scarpe, indossarne due diverse come modello o come numero, non era certo un problema» racconta Pasero.
Poi ci sono anche operazioni di dismissione degli uffici: Tim che dovendo lasciare alcuni immobili ha donato tutti gli arredi, compresi quelli di rappresentanza. Il vero problema di Banco Building è farsi conoscere alle aziende in modo da allargare la 'rete'. Anche perché il bello di questo tipo di donazioni è che si tratta di prodotti che non scadono. «Anziché buttare, che per certi versi è più facile, si deve riciclare, riutilizzare. Il rispetto dell’ambiente è un aspetto che si accompagna alla visione etica che per noi è prioritaria. Ma c’è anche il risvolto economico proprio perché le aziende ci guadagnano a loro volta in termini di sgravi fiscali e mancati costi per il trasporto e lo smaltimento dei materiali inutilizzati» conclude il presidente di Banco Building.
Tutte le donazioni sono registrate e rintracciabili. Chi dona lo fa gratis e sa sempre a chi sono andati i propri materiali. L’associazione si regge sul lavoro di volontari. In maniera occasionale sono state organizzate anche raccolte di materiali tra i cittadini per i cittadini. Ad esempio sono stati raccolti e distribuiti agli sfollati per via dei terremoti in centro Italia 10mila pezzi tra lenzuola e asciugamani, un altro progetto ha riguardato l’invio di occhiali 'usati' in Benin. Con le coperte dismesse da American Airline che ha cambiato il logo, una onlus ha realizzato dei sacchi a pelo per i clochard di Milano e Bergamo. AVVENIRE
Cinzia Arena
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