Gregorio IX e gli ordini mendicanti
di Redazione online
Nei giorni 7-9 ottobre 2010 si è svolto l'annuale convegno della
Società Internazionale di Studi Francescani, organizzato in
collaborazione con il Centro interuniversitario di Studi Francescani,
sul tema Gregorio IX e gli Ordini mendicanti.
Poich lo scorso anno il convegno aveva avuto a tema Regola
di Francesco, nell'approvazione della quale tanta parte ebbe
il cardinale Ugo d'Ostia, si decise di continuare ad esaminare
il periodo successivo al cardinalato, il pontifi cato di Gregorio
IX appunto, per verifi care in quale misura il pontefi ce continuò
ad infl uire sull'Ordine dei frati Minori. In effetti lo stretto
rapporto tra i frati e il papato ebbe risvolti signifi cativi nella
costituzione dei nuovi Ordini e contribuì non poco a dare loro
una fi sionomia. In che modo?
Con questa domanda si sono confrontati i relatori.
FRANZ-JOSEPH FELTEN
Franz-Joseph Felten dell'Università di Magonza ha messo in
luce come il pontefi ce abbia intrapreso incessanti iniziative di
riforma nei confronti soprattutto degli Ordini monastici tradizionali,
degli eremiti e delle comunità religiose femminili, al
fi ne di organizzarli in una struttura unitaria e garantire loro
la formazione di uno strumento di controllo, quale la visita
monastica.
MARIA PIA ALBERZONI
Maria Pia Alberzoni si è soffermata sul signifi cato reale e
simbolico dei soggiorni effettuati da Domenico, da Francesco
e da frate Egidio, dapprima presso importanti esponenti della
curia romana (i cardinali Leone Brancaleone, Ugo d'Ostia
e Niccolò di Tuscolo), quindi dai frati presso il Papa stesso,
giacch Domenico e Francesco morirono prima dell'ascesa di
Gregorio IX al soglio pontifi cio. Ne emerge un quadro nella
sostanza alternativo rispetto a convinzioni che sembravano
consolidate: Francesco come pure i suoi compagni, a differenza
di Domenico di Caleruega, non si trovano affatto a loro agio
presso i cardinali e faticano a entrare nella curia papale. Quando,
a partire dal quarto decennio del XIII secolo, i frati Minori
e Predicatori vi risiederanno, si troveranno a svolgere compiti
nella cappella papale e a rappresentare gli interessi dei rispettivi
Ordini presso il pontefi ce, riuscendo così anche a incidere
sui rapporti tra la Chiesa romana e i frati.
WERNER MALECZEK
Gregorio IX lasciò il segno nella legislazione dei Cluniacensi,
dei Premostratensi, dei Fruttuariensi, dei Carmelitani, degli
Eremiti e dei monasteri femminili, manifestando pienamente
la sua formazione giuridica e la sua propensione a concepire
una vita regolare fi ssata da ben defi nite regole e da un carattere
precettivo, il medesimo emerso anche nella Quo elongati
(1230), con la quale egli rispose alle richieste di una parte dei
frati, che appunto desideravano leggi scritte e chiare.
FELICE ACCROCCA
Felice Accrocca ha indagato con competenza i rapporti tra
Gregorio IX e i Minori dopo Francesco. Il relatore ha messo
in luce come il fattore escatologico fosse ben presente nella mente di Gregorio IX e costituisse quasi la cifra dei suoi rapporti
con i Mendicanti, quelli che il Papa considerava gli operai
dell'undicesima ora, inviati dalla Provvidenza per sostenere la
Chiesa in un momento decisivo.
MARIA CLARA ROSSI
Maria Clara Rossi ha parlato degli interventi papali per favorire
l'ascesa di frati a capo delle diverse Chiese locali, dapprima
soprattutto nelle terre di missione (il Marocco e l'Africa
settentrionale), quindi in quelle dell'Italia settentrionale, dove
ben presto i frati non solo divennero in numero sempre più
cospicuo vescovi, ma, soprattutto i Predicatori, furono anche
uno strumento in molte occasioni utilizzato dal pontefi ce per
procedere alla visita dei monasteri esenti e degli ospedali.
MARINA BENEDETTI
Marina Benedetti ha considerato l'impegno dei frati nel corso
del pontifi cato di Gregorio IX dei soli frati Predicatori in
compiti di controllo e di repressione dell'eresia nei suoi diversi
aspetti. Sebbene non si fossero ancora chiariti i termini degli
interventi dei frati (se si trattasse della predicazione o anche
del giudizio), segnatamente nei confronti dell'episcopato,
il Papa fece grande affi damento sulla loro missione e scrisse
anche documenti di grande impegno retorico piuttosto che
teologico.
ANDR VAUCHEZ
Andr Vauchez ha tratteggiato gli sviluppi della riserva papale
e delle procedure adottate nei processi di canonizzazione, evidenziando
come proprio con Gregorio IX si giunse a fi ssarne
definitivamente la forma canonica. In particolare con questo
Papa entrò in gioco il criterio dell'utilità della canonizzazione
in considerazione delle diffi coltà attraversate dalla Chiesa: si
comprendono così i tempi assai brevi talora intercorsi tra la
morte e la canonizzazione, ad esempio, di Antonio di Padova.
FRANCO CARDINI
Franco Cardini ha esaminato il vasto movimento crociato entro
il quale oltre alle iniziative militari nei confronti dei pagani
(nell'Europa del nord) e degli infedeli (nel vicino Oriente) un
ruolo fondamentale fu via via assunto dalla predicazione, alla
quale era affi dato, oltre al reclutamento anche l'esposizione
delle indulgenze e dei privilegi concessi ai crucesignati. Con la
convocazione del IV concilio lateranense emersero chiaramente
i segni di una forte tensione escatologica, che Gregorio
sviluppò dapprima al tempo delle sue legazioni nell'Italia
centro-settentrionale, quindi completò nel corso dello scontro
con Federico II, da lui scomunicato una prima volta proprio
per aver ripetutamente rinviato la partenza per la crociata. La
visione escatologica alla base della crociata si incontra dunque
con quella che per Gregorio IX era all'origine anche degli
Ordini mendicanti, facendo in tal modo dei frati i predicatori
ideali della crociata.
ENRICA NERI LUSANNA E GIUSEPPIMA ROMBY
Le relazioni di Enrica Neri Lusanna e di Giuseppima Romby,
dedicate al palazzo papale e all'architettura promossa da Gregorio
IX in Assisi, hanno anch'esse evidenziato gli interventi
del pontefi ce nella basilica di San Francesco, da lui nel 1230
dichiarata caput dell'intero Ordine, sia nella costruzione della
basilica stessa, sia in quella del palazzo ad essa accostato e con
essa comunicante. Il pontefi ce vi dimorò con la sua curia sicuramente
nel 1235 e in esso si concentrarono numerosi elementi
simbolici e innovativi, che lo resero esemplare.
Redazione online
Commenti dei lettori
NON CI SONO COMMENTI PER QUESTO ARTICOLO
Lascia tu il primo commento
Lascia il tuo commento
la cripta
di San Francesco
Rivista
San Francesco