I Ministri Provinciali OFM, OFM Conv., OFM Cap.
di Redazione online
“A tutti i cristiani religiosi, chierici e laici, uomini e donne [...] i Ministri provinciali del Primo Ordine della Basilicata, loro servi e sudditi, ossequio rispettoso, pace al cielo e sincera carità nel Signore” (FF 179).
Con il saluto scritto del Padre San Francesco nella “Lettera a tutti i fedeli”, si apre questo annuncio della grazia data alle genti della Regione Basilicata di offrire l'olio per la lampada votiva che arderà per l'anno 2009-2010 sulla tomba del Santo, nella cripta della Basilica Inferiore di Assisi. Questo rito, che si ispira
alla liturgia della luce della veglia pasquale, e alla missione di ogni cristiano di essere portato alla luce, si rinnova ogni anno dal 4 ottobre 1939, quando il nostro padre e fondatore fu proclamato patrono d'Italia dal papa Pio XII.
Ad Assisi, tutta la comunità religiosa e civile della nostra Regione intende ringraziare e lodare la bontà di Dio che “posò il suo sguardo su [Francesco] veramente poverello e contrito di cuore [...] e lo
rese [...] guida e araldo della perfezione evangelica e lo scelse come luce per i credenti, affinch, divenuto testimone della luce preparasse per il Signore la via della luce e della pace nel cuore dei credenti” (FF 1020). La lampada, che arde come faro, dono di fede e frutto del lavoro della nostra gente, forte, antica e generosa come gli ulivi della sua terra, è davvero il segno che rimanda al significato della vita di Francesco, che con la sua sapienza umile attrae ancora oggi verso la luce tutti coloro che vivono un tempo
contrassegnato da lacerazioni sociali, confusione oscuramento di valori, perdita della propria identità culturale e religiosa. Il nostro pellegrinaggio ad Assisi diventa il cammino penitenziale favorevole alla riaccensione nei nostri cuori della luce della fede, portata da San Francesco in tutte le contrade d'Italia
come luce pasquale che “dissipa l'odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace” (cfr. Preconio pasquale) fra tutti i popoli vicini e lontani.
La presenza dei nostri conventi francescani nella Regione è sicuramente riferibile alla storia di Francesco restauratore di chiese in rovina e costruttore di dimore che il nostro popolo ha sempre considerato “sue proprietà, sue dimore”. Abbiateli cari nella vostra memoria, fratelli e sorelle lucani, questi frati figli di San Francesco, da voi sempre veracemente chiamati “frati del popolo”.
“Il Signore sia sempre con voi ed Egli faccia che voi siate sempre con Lui. Amen” (FF 2858).
Redazione online
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