La novena in onore di San Francesco
di Franco Careglio
Vale la pena di rifl ettere brevemente su quella forma di preghiera
specifi ca che va sotto il nome più popolare che liturgico
di “novena”. Nella cultura odierna è alquanto difficile
trovare posto non già per la novena, ma per la preghiera in
s stessa.
Il ragionare comporta il pregare. Pregare è riconoscere Dio autore
della vita, riconoscere che dinnanzi a Lui “i nostri atti di
giustizia sono come panno immondo” (Is 64,5) e invocarlo perch
continui la sua pietas, la sua bontà e misericordia, verso questa
generazione.
Forse questa è proprio l'origine delle “novene”. Termine obsoleto,
in apparenza, ma espressivo di una fede pura e genuina
che nella vicenda umana di un santo trova la modalità e l'appoggio
per invocare la pietas divina.
Per nove giorni consecutivi, ad una certa ora, il popolo di Dio
si raduna, esprime a Lui la sua gratitudine per il dono di quel
santo, prega attraverso la sua intercessione, lo onora come cristiano
capace di trasmettere ancora una forte nostalgia di Dio,
pur essendo vissuto secoli prima e in un contesto sociale totalmente
diverso. nella preghiera che si mantiene la speranza.
Ecco come può essere la novena a San Francesco: sforzarci
di essere almeno in parte come lui, che si lasciò condurre dal
Signore, accettò di fare penitenza, accolse da Lui la rivelazione
che doveva vivere secondo la forma del santo Vangelo, riconobbe che
Dio solo è il bene pieno, ogni bene, tutto il bene, degno di ogni lode e
desiderabile sopra tutte le cose (FF 70; 110-117).
Fare la novena vuol dire questo: impegnarsi a vivere con tutte
le forze secondo il Vangelo, sulla scia di questo grande cristiano
vissuto otto secoli fa.
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