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Olimpiadi: Grande show con la regina e McCartney Il braciere acceso da sette giovani

di Redazione online

La trentesima Olimpiade della sua storia più che centenaria, l'Olimpiade della crisi mondiale, l'Olimpiade dell'economia che va a rotoli, di poveri sempre più poveri a tutte le latitudini, l'Olimpiade di un globo ancora diviso e martoriato da guerre e rivoluzioni, ma anche l'Olimpiade della pace e della speranza, dei suoi 204 paesi e 10.490 atleti riuniti insieme per saltare, correre, nuotare e oltrepassare i limiti umani è cominciata sotto il cielo di piombo - un classico - di una Londra sempre più nuova, moderna, elettrizzante, all'avanguardia. Che sugli Olympic Games 2012 ha scommesso - non potrebbe essere diversamente nella patria dei bookmakers - tutta se stessa e soprattutto una decina di miliardi di euro.

La tribuna dei potenti - Come i summit mondiali che si susseguono l'un l'altro per risolvere sempre molto poco dei guai dell'umanità, nel superbo Stadio Olimpico, costato, lui da solo, quasi mezzo miliardo di sterline e dove tra una settimana correrà Usain Bolt, l'uomo più veloce della storia, si sono assiepati insieme la Regina Elisabetta, che vide quattro anni prima di salire al trono, le Olimpiadi del 48, il principe Carlo, la cancelliera Merkel, il premier russo Medvedev, il premier spagnolo Rajoy, quello giapponese Noda, la first lady Usa Obama, il segretario dell'Onu Ban Ki-Moon e Tony Blair che fu determinante, insieme a Sebastian Coe, a far tornare per la terza volta nella storia le Olimpiadi qui a Londra, ormai sette anni fa. Da allora la periferia di Stratford è stata sventrata e trasformata. Il parco olimpico è sorto da zero.

In tribuna ovviamente anche il presidente Giorgio Napolitano, che seppur provatissimo per la scomparsa del suo stretto collaboratore Loris D'Ambrosio, si è impegnato in un una due giorni londinese in cui ha dato il suo affettuoso e sincero apporto ai 290 atleti italiani. Quando dopo il lungo show è passata la delegazione italiana guidata da Valentina Vezzali, si è alzato in piedi per applaudirla. Il più grande show del mondo - Indubbiamente retorica, stracarica dei significati olimpici, megalomane come tutte le altre in passato, forse anche un po' stucchevole ma con colpi di scena affascinanti, e sicuramente costosa da far venire i brividi (38 milioni di euro la cifra ufficiale, molto meno di quella di Pechino, dicono...), la Cerimonia d'Apertura, con la regia del geniale Danny Boyle, regista di Trainspotting, è cominciata col passaggio dei reattori delle Red Arrows della Raf e col paesaggio bucolico dell'antica campagna inglese (utilizzati addirittura 7346 metri quadri di vero prato) con tanto di pecore, cavalli, oche e caprette per poi catapultarti con un conto alla rovescia scoccato alle 9 in punto e in un rintocco della Campana Olimpica con tanto di corda tirata dal vincitore del Tour de France Bradley Wiggins, impegnato tra l'altro nella gara su strada poche ore dopo, in un viaggio attraverso il classico mondo inglese: a cominciare da Shakespeare, ovviamente, ma per proseguire anche in maniera molto random con video di canottaggio, rugby, tecnologia, la Mini Morris, musica dei Beatles e dei Rolling Stones, Winston Churchill, Mary Poppins, James Bond ed Harry Potter. E anche un omaggio a Sir Tim Berners Lee, ora professore al Mit di Boston, che nel 1989 inventò il World Wide Web: internet.

La campagna si è trasformata mirabilmente nell'industria ottocentesca con sette grandi ciminiere spuntate dal sottosuolo. In maniera assolutamente geniale sui maxi schermi è apparso un mini-film prodotto dalla BBC con l'ultimo 007, Daniel Craig, che entra nello studio della vera Regina Elisabetta, trasformata in singolarissima Bond Girl, per scortarla fuori da Buckingham Palace e salire in elicottero. Da cui poi una controfigura, ovviamente, si getta col paracadute insieme a 007. Come se i due insomma dovessero atterrare in mezzo allo stadio. L'effetto è stato strabiliante. Immediatamente dopo alle 21.30 la Regina Elisabetta, accanto al presidente del Cio Rogge e al principe Filippo, è entrata nel Palco Reale con lo stesso soprabito e cappellino rosa con cui aveva interpretato il suo stesso ruolo accanto a James Bond. L'Union Jack è stata innalzata sui pennoni e un coro di bambini ha intonato God Save The Queen. Molto, molto british. Sicuramente il clou dello show.

Un omaggio alle tante donne infermiere, entrate nello stadio con i letti d'ospedale, che si sacrificarono durante la Seconda Guerra Mondiale per soccorrere i soldati. JK Rowling, la mamma del magco Harry Potter, ha letto Peter Pan dando il via alla parte più scatenata e disinvolta dello show. Non solo l'Inghilterra classica dunque, ma anche la nuova, la più geniale. La musica di Momenti di Gloria (Vangelis) è stata contaminata da Mister Bean (Rowan Atkinson) pianista imbranato mischiato nell'orchestra e da un video con lui che fa lo sgambetto agli altri che gli corrono accanto. Musica, tantissima musica, non solo Beatles e Rolling Stones, ma anche di Mike Oldfield, David Bowie, Pink Floyd, The Queen, Sex Pistols, Eurythmics, Bee Gees, come un marchio, come un gene del dna di una nazione, in ogni caso la colonna sonora di una vita dagli anni 60 a oggi. Il tanto atteso David Beckham è apparso in un video portando la torcia olimpica in una barca sul Tamigi.

Oltre settemila giovani, tra comparse e assitenti, sono stati necessari per allestire il gigantesco spettacolo. Lo stadio bombardato da migliaia e migliaia di luci. Uno show, dicono gli stessi organizzatori, visto in tv da 4 miliardi di persone. Troppi, la BBC dava più prudentemente un miliardo. La sfilata degli atleti - Chiuso lo show dopo circa un'ora e mezza, la Grecia ha aperto tradizionalmente la sfilata degli atleti. Le brasiliane, dietro il famosissimo cavaliere Rodrigo Pessoa Jr, hanno reso omaggio all'Inghilterra con una vertiginosa minigonna. La Repubblica Ceca ha sfilato, molto ironicamente, con ombrellini e galosce in gomma. La Germania sembrava uscita da una nursery con gli uomini in azzurrino e le donne in rosa. Le Bermuda in bermuda, ovviamente. Il gruppo degli Independent Olympic Athletes (tre antillani e un sudanese rimasti praticamente senza un comitato olimpico di riferimento) hanno ballato felici sulla pista: atleti senza una bandiera ma fratelli non abbandonati alla sorte. L'Italia si è presentata alla sua maniera allegra dietro una raggiante Valentina Vezzali. Imponente Paul Gasol portabandiera della Spagna. La BBC ha riportato le parole commosse del portabandiera del Ruanda, il ciclista Adrien Niyonshuti: "Il mio obbiettivo è far dire che il Rwanda è una buona terra per i ciclisti e non per un genocidio". La bellissima russa Sharapova ha catturato gli occhi di tutto il mondo. Oscar Pistorius, con le sue gambe bioniche, si è mischiato nella delegazione sudafricana. Il Nepal, paese dell'Himalaya, si è presentato con un nuotatore Prassiddha Jung Shah. Cina e Usa con i loro squadroni hanno riempito mezzo campo. Usain Bolt ha sventolato imperialmente la bandiera della Jamaica, facendo venire giù lo stadio dagli applausi. La Gran Bretagna vestita con divise abbastanza ordinarie in verità, disegnate da Stella McCartney figlia di Paul, e intruppata dietro il formidabile Chris Hoy, pistard con quattro ori olimpici, ha chiuso sulle note a tutto volume di David Bowie: "Heroes" .

L'apertura dei Giochi - Il grande Sebastian Coe, già due volte olimpico nei 1500, e presidente del comitato organizzatore, ha pilotato la cerimonia verso la parte più sacra della XXX Olimpiade. E con parole importanti, anche commosse: "Benvenuti a Londra, ho dedicato tutta la mia vita allo sport. Se vuoi partecipare allo sport devi amare lo sport, Non sono mai stato così orgoglioso di essere britannico come in questo momento. Questo è il nostro momento" ha detto. "I Giochi stanotte sono tornati a casa" ha proseguito il presidente del Cio Jacques Rogge, sottolineando come Londra sia l'unica città al Mondo che ha avuto la possibilità e l'onore di ospitarli per ben tre volte. "Voi ispirerete una generazione " ha detto rivolgendosi alle migliaia di atleti che riempivano il centro del campo.

Solenni le brevi parole della Regina Elisabetta: "Dichiaro aperti i Giochi di Londra, celebriamo la trentesima edizione dell'era moderna". E' entrata la bandiera olimpica portata da Haile Gebrselassie, l'ambasciatrice Sally Becker, il segretario dell'Onu Ban Ki Moon, il compositore Daniel Baremboin. Mentre sullo sfondo con il suo vestito bianco e gli occhiali scuri è apparso Muhammad Ali. Minato dalla malattia ma sempre capace di emozionare i cuori con la sua sola presenza.

L'atleta inglese di taekwondo Sarah Stevenson ha letto il giuramento olimpico. David Beckham ha portato la torcia olimpica su un motoscafo sul corso d'acqua che lambisce lo stadio, consegnandola al grande Steve Redgrave, scortato da una guardia d'onore di cinquecento lavoratori che hanno partecipato alla costruzione dello stadio. Non c'è stato un ultimo tedoforo classico, ma la torcia è stata consegnata a sette giovani che rappresentano il futuro e che hanno acceso il braciere olimpico formato da 204 petali, tanti quanti le nazioni partecipanti, proprio al centro dello stadio olimpico, sulle note dei Pink Floyd. Un Paul McCartney visibilmente emozionato ha intonato Hey Jude davanti a uno stadio che non riusciva ormai a stare più a stare fermo. E ballava.(Repubblica)


Redazione online

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