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La Medaglia miracolosa

La storia e la devozione popolare

di Antonio Tarallo

La Chiesa e i suoi segni. La storia della Chiesa che s’intreccia con le immagini della devozione popolare: è un dialogo che ha origini antiche e che continua tutt’oggi perché la fede stessa ha bisogno, molto spesso, di segni tangibili ai quali ogni fedele può far riferimento. La Medaglia miracolosa è uno di questi: un segno che ci fa avvicinare ancor di più alla Madre, a Maria. E lo sapeva bene San Massimiliano Kolbe, il frate francescano che alla Vergine Maria ha dedicato l’intera sua missione, la sua esistenza. Era sempre con lui, la Medaglia miracolosa. E tanto ha operato per la sua diffusione.

Ma qual è l’origine di questo prezioso sacramentale? Dobbiamo fare un salto indietro nel tempo fino ad arrivare a quel 27 novembre del 1830. E’ questo il giorno scelto da Maria per dire a Santa Caterina Labouré di far coniare la Medaglia. Ma prima di questa apparizione, un altro giorno andrebbe annoverato: il 18 Luglio del 1830. Ci troviamo a Parigi. Sono le undici e trenta di notte. Suor Caterina Labouré delle Figlie della Carità - la Compagnia di suore fondata nel 1798 da San Vincenzo de Paoli - si sente chiamare per nome. E’ un misterioso bambino - ai piedi del letto - che la invita ad alzarsi: “La Santa Vergine ti attende”, queste le parole. Caterina si veste e segue il bambino fino alla cappella del convento delle Figlie della Carità. Arrivati alla cappella, Caterina si ferma vicino alla sedia dove abitualmente si siede il sacerdote per le confessioni. Ed è allora che sente il fruscio di una veste di seta. La sua piccola guida le preannuncia: “Ecco la Santa Vergine”. E Maria, la Madre di Gesù, miracolosamente appare seduta sulla sedia del sacerdote. Scriverà la Labouré: “Allora, ho fatto un balzo per avvicinarmi a lei, e mi sono messa in ginocchio sui gradini dell’altare, con le mani appoggiate sulle ginocchia di Maria”. Caterina, nel dialogo con la Vergine, riceverà la richiesta di fondare una Confraternita di Figlie di Maria che nascerà, poi, nel febbraio del 1840. Questo, il racconto della prima apparizione della Vergine a Santa Caterina.

L’incontro tra la santa e la Vergine del 27 novembre avverrà invece nel pomeriggio: alle cinque e trenta, durante la meditazione. Santa Caterina vede nel posto dove attualmente è situata la statua della Santa Vergine del Globo nella famosa cappella di rue de Bac, due forti immagini: nel primo “fotogramma”, Maria è in piedi sul mondo e tiene tra le mani un piccolo globo dorato. I piedi di Maria caplestano un serpente. Dalle sue mani, raggi luminosissimi: “Questi raggi sono il simbolo delle grazie che Maria ottiene per gli uomini”. Poi, si forma un ovale attorno all’apparizione e Caterina vede scriversi in questo, a semicerchio, la famosa invocazione che rimarrà nella storia, per sempre: “O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te”. Subito dopo la medaglia si gira e Caterina ne vede il rovescio: in alto vi è una croce sormontata dalla lettera “M” di Maria; in basso, vi sono due cuori, l'uno incoronato di spine, l’altro trapassato da una spada. La Vergine, allora, esorta Caterina con queste parole: “Fai coniare una medaglia, secondo questo modello. Coloro che la porteranno con fede riceveranno grandi grazie”.

Dopo un mese da questo evento, nel dicembre del 1830, durante la meditazione, Caterina sente di nuovo un fruscio di vesti. Questa volta il suono proviene da dietro l’altare. Lo stesso quadro della medaglia si presenta vicino al tabernacolo: “Questi raggi sono il simbolo delle grazie che la Santa Vergine ottiene per le persone che gliele chiedono. Non mi vedrai mai più”. Sarà questa l’ultima apparizione della Vergine alla Labouré.

La Medaglia miracolosa e il senso della devozione popolare: un binomio inscindibile che dura da quella data famosa. Un segno della presenza di Maria nelle vite di ognuno.


Antonio Tarallo

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