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L’Ofs con Papa Francesco

A dire no a questo clima di “j’accuse”, ci ha pensato l’Ordine Francescano Secolare

di Antonio Tarallo
Credit Foto - ANSA/ ANGELO CARCONI

Fa di me uno strumento della mia pace, dove è odio, fa ch'io porti amore, dove è offesa, ch'io porti il perdono, dove è discordia, ch'io porti la fede, dove è l'errore, ch'io porti la Verità”. Le parole di quella che tutti conosciamo come “preghiera semplice” di San Francesco, sembrano davvero essere più che appropriate per ciò che sta accadendo da diversi giorni, attorno alle mura vaticane.  E bisogna sottolineare l’“attorno”, visto che “la vicenda Viganò” e altro, sta divenendo un vero e grande circo mediatico. Grandi titoli di giornali, degni di insegne luminose al neon, e notizie che si accavallano l’una con l’altra, che tanto ricordano le onde di un mare agitato, d’autunno. Un mare, in tempesta.  E lui, il nocchiero, Papa Francesco, nella calma e nel silenzio, continua a condurre la “barca” senza esitazione.

Ed è proprio questo silenzio a venire sottolineato da una nuovo comunicato dell’ex nunzio apostolico negli Usa, monsignor Carlo Maria Viganò. E’ arrivato proprio a un mese di distanza dal suo primo durissimo atto d’accusa nei confronti di Bergoglio, chiedendo perfino le sue dimissioni. Il  testo da poche ore diffuso, parla chiaro. E, nuovamente, si esprime con durezza nei confronti del pontefice. Davanti alla scelta di Francesco di non rispondere alle accuse, almeno finora, Viganò sottolinea che “né il Papa, né alcuno dei cardinali a Roma hanno negato i fatti che io ho affermato nella mia testimonianza. Il detto “Qui tacet consentit” si applica sicuramente in questo caso, perché se volessero negare la mia testimonianza, non hanno che farlo, e fornire i documenti in supporto della loro negazione”.

A dire “no” a questo clima di “j’accuse”, ci ha pensato l’Ordine Francescano Secolare, il “braccio laico” della Famiglia Francescana, che riunisce i laici, famiglie, giovani che s’ispirano al carisma del Poverello di Assisi. L’Ordine ha reso noto il testo della lettera che la presidente nazionale Paola Braggion ha consegnato personalmente alla segreteria di Papa Francesco, giunta nelle sue mani.

“Santità, a seguito degli attacchi di cui Lei è stato oggetto in questi ultimi tempi, i fratelli e le  sorelle dell’Ordine Francescano Secolare d’Italia e della Gioventù Francescana di Italia sentono il bisogno di esprimerLe la loro vicinanza e il loro affetto”.  

Questo, l’incipit della missiva, che ricorda il “delicato servizio” a cui il Papa è stato chiamato per “rendere sempre di più la Chiesa segno visibile e testimone di amore e carità agli uomini” e, inoltre,  rileva:

“Le fatiche e le resistenze che Lei sta incontrando nel servizio a cui la divina Provvidenza l’ha chiamata, sono il chiaro segnale che questa è la strada giusta. Infatti è la porta stretta del Vangelo, in cui cementiamo nel fuoco della carità e nelle prove della vita, la presenza ed il sostegno del Signore via, verità e vita”.

E, in previsione della prossima festa di San Francesco, la Braggion – si legge sempre nella lettera al Santo Padre – ha invitato “tutti i francescani secolari e i giovani della Gi.Fra, molti dei quali saranno presenti all’udienza generale del 31 ottobre, ad un momento particolare di preghiera”, assicurando “un costante ricordo nella preghiera”, e “l’obbedienza al magistero petrino”.



Antonio Tarallo

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