Papa Francesco e la Santa Messa. Il vademecum del pontefice
di Antonio Tarallo
Tante sono state le occasioni in cui Papa Francesco ha voluto riservare alcune meditazioni sulla funzione liturgica della Santa Messa. Molti di noi – diciamoci la verità – partecipano a questa senza però, forse, entrare nel suo senso più profondo. Che è poi, quello più necessario per viverla appieno. Un po’ perché sembra quasi che “campiamo di rendita” (espressione assai banale, ma che rende bene l’idea) di quei ricordi da bambino che vivono nella nostra memoria, quelli dei primi rudimenti del Catechismo. E un po’ perché presi dalla vita frenetica in cui il Mondo contemporaneo ci sta sempre più immettendo, senza nemmeno rendercene conto. Anche la Messa è divenuta, un po’ come un impegno da agenda, fra qualcosa prima e qualcosa dopo. Eppure, Papa Francesco, più volte ha voluto ribadire l’importanza della Santa Messa, da vivere, col cuore, e non come “avvenimento mondano”. E, allora, iniziamo questo viaggio per comprendere meglio i segni, le parole, la liturgia, di questo così alto momento spirituale che fa parte della vita, del cammino di ogni cristiano. E iniziamo questo percorso, proprio con una sorta di “vademecum”, tratto dalle parole del Santo Padre, pronunciate – per la maggior parte – nelle omelie da “curato di campagna”, da semplice parroco, presso Santa Marta. Parole semplici, ma di alta semantica teologica. In fondo, è questo, lo “stile Bergoglio”.
Il tempo della Messa è il tempo con il Signore
Alla messa non si va con l’orologio in mano, come se si dovessero contare i minuti o assistere a una rappresentazione. Si va per partecipare al mistero di Dio. Non è una gita turistica. No! Voi venite qui e ci riuniamo qui per entrare nel mistero. E questa è la liturgia. (…) Quando parlo di liturgia mi riferisco principalmente alla santa messa. Quando celebriamo la messa, non facciamo una rappresentazione dell’Ultima Cena. La messa non è una rappresentazione; è un’altra cosa. È proprio l’Ultima Cena; è proprio vivere un’altra volta la passione e la morte redentrice del Signore. È una teofania: il Signore si fa presente sull’altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo.
Santa Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae, 10 febbraio 2014
Importanza dell’Eucarestia
Non possiamo dimenticare il gran numero di cristiani che, nel mondo intero, in duemila anni di storia, hanno resistito fino alla morte per difendere l’Eucaristia; e quanti, ancora oggi, rischiano la vita per partecipare alla Messa domenicale. Nell’anno 304, durante le persecuzioni di Diocleziano, un gruppo di cristiani, del nord Africa, furono sorpresi mentre celebravano la Messa in una casa e vennero arrestati. Il proconsole romano, nell’interrogatorio, chiese loro perché l’avessero fatto, sapendo che era assolutamente vietato. Ed essi risposero: “Senza la domenica non possiamo vivere”, che voleva dire: se non possiamo celebrare l’Eucaristia, non possiamo vivere, la nostra vita cristiana morirebbe. (…) Il Signore è lì con noi, presente. Tante volte noi andiamo lì, guardiamo le cose, chiacchieriamo fra noi mentre il sacerdote celebra l’Eucaristia… e non celebriamo vicino a Lui.
Santa Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae, 8 novembre 2017
Segno della croce, Letture della Sacra Scrittura
Bisogna insegnare ai bambini a fare bene il segno della croce. Così incomincia la Messa, così incomincia la vita, così incomincia la giornata. Questo vuol dire che noi siamo redenti con la croce del Signore. Guardate i bambini e insegnate loro a fare bene il segno della croce. E quelle Letture, nella Messa, perché stanno lì? Perché si leggono la domenica tre Letture e gli altri giorni due? Perché stanno lì, cosa significa la Lettura della Messa? Perché si leggono e che c’entrano? Oppure, perché a un certo punto il sacerdote che presiede la celebrazione dice: “In alto i nostri cuori?”. Non dice: “In alto i nostri telefonini per fare la fotografia!”. No, è una cosa brutta! E vi dico che a me dà tanta tristezza quando celebro qui in Piazza o in Basilica e vedo tanti telefonini alzati, non solo dei fedeli, anche di alcuni preti e anche vescovi. Ma per favore! La Messa non è uno spettacolo: è andare ad incontrare la passione e la risurrezione del Signore. Per questo il sacerdote dice: “In alto i nostri cuori”. Cosa vuol dire questo? Ricordatevi: niente telefonini.
Santa Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae, 8 novembre 2017
L’atto penitenziale
Nella sua sobrietà, esso favorisce l’atteggiamento con cui disporsi a celebrare degnamente i santi misteri, ossia riconoscendo davanti a Dio e ai fratelli i nostri peccati, riconoscendo che siamo peccatori. L’invito del sacerdote infatti è rivolto a tutta la comunità in preghiera, perché tutti siamo peccatori. Che cosa può donare il Signore a chi ha già il cuore pieno di sé, del proprio successo? Nulla, perché il presuntuoso è incapace di ricevere perdono, sazio com’è della sua presunta giustizia. (…) Ascoltare in silenzio la voce della coscienza permette di riconoscere che i nostri pensieri sono distanti dai pensieri divini, che le nostre parole e le nostre azioni sono spesso mondane, guidate cioè da scelte contrarie al Vangelo. Perciò, all’inizio della Messa, compiamo comunitariamente l’atto penitenziale mediante una formula di confessione generale, pronunciata alla prima persona singolare. Ciascuno confessa a Dio e ai fratelli “di avere molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni”. Sì, anche in omissioni, ossia di aver tralasciato di fare il bene che avrei potuto fare.
Santa Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae, 3 gennaio 2018
Il senso della Santa Messa
Ogni celebrazione dell’Eucaristia è un raggio di quel sole senza tramonto che è Gesù risorto. Partecipare alla Messa, in particolare alla domenica, significa entrare nella vittoria del Risorto, essere illuminati dalla sua luce, riscaldati dal suo calore. Attraverso la celebrazione eucaristica lo Spirito Santo ci rende partecipi della vita divina che è capace di trasfigurare tutto il nostro essere mortale. E nel suo passaggio dalla morte alla vita, dal tempo all’eternità, il Signore Gesù trascina anche noi con Lui a fare Pasqua. Nella Messa si fa Pasqua. Noi, nella Messa, stiamo con Gesù, morto e risorto e Lui ci trascina avanti, alla vita eterna. Nella Messa ci uniamo a Lui. Anzi, Cristo vive in noi e noi viviamo in Lui.
Santa Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae, 22 novembre 2017
Antonio Tarallo
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