Da 23 anni in carcere

Sono un detenuto recluso nella casa circondariale di Caltanissetta, ogni domenica vado in chiesa, mi sto avvicinando a Dio e lo prego sempre. Mentre sfogliavo la vostra Rivista, ho notato che regalate ai carcerati il libro “Tra il Serio e il Faceto”, mi piacerebbe molto leggerlo. Mi chiamo Vincenzo e ho 44 anni, più di 23 dei miei anni li ho passati in carcere, ho passato tanto tempo a rifl ettere sulla mia vita e grazie a Dio, ogni giorno conosco il valore della mia famiglia.

La ringrazio di avermi ascoltato.

Mamone Vincenzo

Carissimo Vincenzo,
proprio lo scorso mese abbiamo affrontato nella nostra Rivista l'esperienza che molti di voi vivono nella case circondariali e mi ritorna in mente l'affermazione che Giovanni XXIII fece in quella sua famosissima visita, nel lontano 26 Dicembre 1958, nella casa circondariale Regina Coeli a pochi metri da San Pietro: “Miei cari fi glioli siamo nella casa del Padre anche qui”. Il tuo avvicinarti a Dio, il tuo pregarlo, il tuo rifl ettere e il tuo maturare nell'apprezzare giorno dopo giorno il valore della famiglia ci dice, dice a me e a tutti coloro che ci leggeranno, che il cammino di redenzione è possibile. La Chiesa in questo periodo ci fa vivere il tempo Pasquale, ed è proprio in questo tempo che ci accorgiamo e rifl ettiamo in maniera forte come l'ultima parola nella vita dell'uomo non sia morte ma vita. Il paragone che mi accingo a fare alla luce della tua lettera è che l'ultima parola della tua vita non è il peccato ma la possibilità di una nuova vita. � evidente che il passato non si cancella. Come Gesù appare ai discepoli con i segni della passione così il tuo nuovo cammino potrà essere un'occasione per dire a chiunque incontrerai che la vita non va sprecata. Carissimo fratello, il libro di padre Trani, un frate francescano che sta spendendo la sua vita accanto a ciascuno di voi, te lo invio volentieri, come volentieri ti ha ascoltato.

Un saluto francescano di pace e bene.

Redazione online

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