Don Felice Accrocca
Medio Oriente, bagnata dal sangue di tanti altri cristi che non hanno nome
E' stata firmata una tregua in Medio Oriente, per cui le armi dovrebbero tacere. Dovrebbero (il condizionale è d'obbligo), visto che tutti si chiedono se la tregua reggerà e quanto Si, quanti altri brandelli di carne bisognerà raccogliere ancora, prima che questa carneficina finisca? Tanti, è facile prevederlo, finché non saranno sminati i cuori.
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Quella terra splendida e santa, bagnata dal sangue di Cristo, è stata nei secoli bagnata dal sangue di tanti altri cristi che non hanno nome, perché senza nessuna traccia nella storia, morti di morte violenta, come violente sono state le morte di questi giorni, con immagini che hanno continuato a violentare nel tempo e nello spazio. Pure Francesco vi andò, e anche allora si era in guerra. Quando (all'incirca nel 1220) l'esercito cristiano assediava Damiata, il Santo si trovava lì, presso la cinta delle mura. Resosi conto che i cristiani si preparavano a dar battaglia, avrebbe voluto intimar loro di fermarsi, perché gli era stato rivelato dal Signore (così disse al suo compagno) che in un conflitto essi avrebbero avuto la peggio. Dopo diverse titubanze, incerto se intervenire o meno, li scongiurò di non dar battaglia, minacciando la disfatta. Non gli dettero retta e persero “seimila uomini tra morti e prigionieri. Il Santo era vinto dalla compassione, né minore era il loro pentimento per l'accaduto. Soprattutto compiangeva gli Spagnoli, che vedeva ridotti a ben pochi a causa del loro maggiore slancio nel combattere” (2Cel 30: FF 617).
<bR><bR><bR>Quelle esperienze, unite a quelle fatte in gioventù (perché da giovane aveva combattuto ed era stato fatto prigioniero), lo convinsero definitivamente dell'assurdità della guerra, dell'ingiustizia che essa produce, con il numero incredibilmente alto di vittime innocenti che chiede di offrire per placare gli odi di parte (come se il sangue potesse placar l'odio invece di produrlo) e i guadagni incredibili anch'essi, perché da capogiro che finisce per versare, oggi come ieri, nelle tasche di pochi. Fu così che, in anni di aperta bellicosità, egli percorse una via diversa, fatta di testimonianza pacifica e silenziosa. Il capitolo XVI della Regola non bollata, scritto con molta probabilità dopo la sua permanenza in Terrasanta, invitava (e invita) infatti a uno stile di presenza che secoli e secoli dopo Charles de Foucauld incarnerà in quegli stessi luoghi; uno stile che Francesco visse e insegnò in tempi di riarmo, quando spirava forte il vento di crociata.
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Perché non dar loro retta (a Francesco, intendo, a Charles de Foucauld e a tanti altri postisi sulla stessa lunghezza d'onda)? Perché non fare di Gerusalemme, la città santa, ciò che è negli auspici del suo nome, cioè una città di pace? Perché da una parte e dall'altra molti remano contro? Quali convenienze ne traggono? E a quali poteri forti (in patria e fuori) obbediscono? Intanto si continua a morire, quasi sempre senza causa e senza colpa
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