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Grado Giovanni Merlo

Leggere il testamento di frate Francesco (5)

Dopo il ricordo della sua conversione e della sua “fede” nelle chiese e nei sacerdoti, con l’affermazione della centralità dell’eucaristia e della Parola di Dio, frate Francesco concentra il suo discorso sul passaggio dalla dimensione personale dell’esperienza religiosa a quello fraternale. Anche l’arrivo non cercato di fratelli/frati è rimandato a un dono della Grazia: «E dopo che Dio mi diede dei fratelli…». Sembrerebbe che frate Francesco non avesse alcuna intenzione di trovare dei compagni nella sua avventura religiosa, tanto da non avere idea alcuna intorno alla fisionomia da dare alla nuova piccola fraternità raccoltasi intorno a lui, né da ricevere suggerimenti adatti a trovare una qualche soluzione istituzionale che lo soddisfacesse: «Nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare». Ancora una volta sovviene la Grazia di Dio: «Ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovessi vivere secondo il modello del santo vangelo». Il vero revelavit/rivelò non va inteso nel senso che rimandi a una sorta di “illuminazione mistica”, ma in maniera concreta: ossia, è la scoperta del vangelo che gli indica di vivere secondo il vangelo. Dio si rivela attraverso il vangelo e il vangelo è rivelazione di Dio.

La decisione di «vivere secondo il modello del santo vangelo» è definitiva e totalizzante. Non può rimanere una dichiarazione di intenti. Necessita di essere formalizzata. Perciò frate Francesco fa fissare nello scritto il suo proposito di vita «con poche parole e in modo semplice» e si rivolge al papa affinché glielo «confermi»: «Ed io con poche parole e in modo semplice lo feci scrivere e il signor papa me lo confermò». Le laconiche espressioni del Testamento, che sottintendono un momento decisivo della esistenza della primitiva fraternità raccoltasi intorno a frate Francesco, pongono non pochi interrogativi di non poco conto e di non facile soluzione. Perché rivolgersi al vertice della cattolicità romana? Perché non limitarsi all’approvazione del vescovo d’Assisi? Le domande si moltiplicano. Perché non seguire una delle tante forme istituzionali in cui era disciplinata la vita religiosa? Perché questa forte consapevolezza della propria “novità”?

Commenti dei lettori

29-07-2013 19:49:32
Paulo Ricardo Schiffer Martins
Il Papa Francesco ha lasciato il nostro paese, però ha lasciato un grande messagio di amore gioia i ensegnamento a tutte il mondo, è una persona che veramente rapresenta il nostro Dio, anche rapresenta Sao Francisco. Lascio qui il mio ringraziamento per aver pregato per i giovani morti nella strage della discoteca chiamata kiss qui nella mia città di Santa Maria nel 27/01/2013, 242 giovani sono morti bruciati, il Papa ha detto.. prendiamo la croce di Dio perchè é cosi che possiamo trovare la vità eterna. " Della città di Santa Maria in Brasile"
13-07-2013 22:48:05
Leicia Flores
Por nuestra paz interior y exterior del mundo entero, por nuestra seguridad en nuestra ciudad Mexico, por nuestros hijos, por nuestros trabajos, para que siempre confiemos en la misericordia de nuestro Señor, para que Dios nos haga invisibles ante las personas que nos causan daño, por El Papa francisco, para que Dios lo proteja de enemigos.

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