Grado Giovanni Merlo

La pace è un dono di Dio

Negli Scritti di frate Francesco compare la parola pax/pace?
E se compare, quali ne sono i contenuti e le finalità?
Pax/pace ritorna più volte in testi diversi in rapporto alla natura e alla destinazione degli scritti. Nel Testamento frate Francesco, ricordando i tratti dell'esistenza della primitiva fraternità, sottolinea come il Signore gli avesse «rivelato» la formula del saluto alle persone vicine e lontane: «Il Signore mi rivelò che dicessimo il saluto: il Signore ti dia pace».
La pace del Signore ha un significato teologico, riscontrabile soprattutto in una riflessione presente nella lettera che frate Francesco indirizza a tutta la sua fraternità: «Scongiuro tutti voi, fratelli, baciandovi i piedi e con tutta la carità di cui sono capace, che prestiate, per quanto potete, tutta la riverenza e tutto l'onore al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, nel quale le cose che sono in cielo e le cose che sono in terra sono state pacificate e riconciliate con Dio onnipotente».
Il riferimento finale al versetto neotestamentario di Colossesi 1, 20 («e, avendo fatta la pace per mezzo del sangue della sua croce, di riconciliare a sé, per mezzo di lui, tutte le cose, tanto quelle che sono sulla terra come quelle che sono nei cieli») si segnala in quanto offre una visione redentrice e riconciliatrice dell'Incarnazione: l'Incarnazione che la celebrazione eucaristica ogni volta rinnova. La pace è dunque un dono di Dio che vuole pacifici i suoi “figli”, che, in quanto tali, devono essere pronti a subire anche la persecuzione corporea, a sacrificare la vita, per testimoniare il messaggio cristiano della pace cosmica, nella subordinazione a tutte le creature.

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